lunedì 26 settembre 2016

STEELERS - EAGLES RECAP

A mente lucida dicono che sia tutto più chiaro, ma soprattutto dicono che il tempo serva a far sbollire... Personalmente vi confido che a distanza di un giorno non trovo ancora una valida giustificazione alla disfatta di ieri, se poi alla fine vale la candela trovarla. Si perché non capisco con quale obbiettivo la squadra sia volata a Philly. Forse per un week-end fuori porta considerata la breve distanza? Bah, resta il fatto che a quel punto dare forfait o non presentarsi proprio, rendeva meno umiliante la sconfitta.

Una difesa non pervenuta
Difensivamente è stata forse la peggior performance degli ultimi 15 anni, non che quelle a cui siamo abituati siano migliori, ma chi segue partita per partita gli Steelers, non ha potuto fare a meno che provare un ribrezzo tale da esser tentati da spegnere il televisore già a metà partita. Nessuno si salva stavolta, davvero… il front seven sembrava quello del profondo rosso di 4-5 anni fa. Male sulle corse e zero pressione sul QB avversario, diventato fenomeno grazie alla troppa libertà di gioco. Wentz dalla sua ha trovato la strada spianata nelle praterie concesse dalla secondaria avversaria (ben 300 yds lanciate), come al solito troppo permissiva e poco concentrata sul match. Le mancanze tecniche oggettive e più volte sottolineate, sono state aggravate da un game plan non lontano da essere imbarazzante. Le chiamate sugli schemi, sono state più delle volte sbagliate e non adatte alla lettura della situazione. Se in un 3&2 avversario chiami una nickel per coprirti sul profondo, vuol dire la testa l’hai lasciata a casa e mi riferisco alla premiata ditta Butler-Tomlin. Poi mai un blitz chiamato, mai una conversione degli inside LB sul medio-lungo per coprire sul TE (contro di noi diventano tutti fuori classe) e poi ostinarsi a giocare a zona invece che a uomo mi manda in bestia. Vero che in cover-2 limiti i danni con un minimo di concentrazione, ma se vedi che ti infilano in ogni dove cambia, quantomeno per rendere più semplici le assegnature e non creare alibi. Ovviamente mi riferisco alla secondaria, cui ormai non vedo nessuna soluzione se non tagliarla per il 90% dei suoi componenti. Basta trovare scuse dicendo: Golden e scarso ma sta facendo bene quindi lo teniamo, Cockrell è meglio di Blake quindi lo teniamo; se questo deve essere il metro non otterremo nulla e staremo sempre qui a discuterne. Abbiamo dato troppo tempo a questi giocatori (parlo come se fossimo noi a decidere!) ed è arrivato il momento di prendersi la responsabilità delle proprie scelte. Hanno speso la 1st round pick per Artie Burns, fatelo giocare, la seconda per Sean Davis e fatelo giocare, tanto cosa abbiamo di meglio su cui puntare? Ad un certo punto poi, preso dalle molteplici imprecazioni durante il match, ho pensato che le mie parole fossero state ascoltate nel vedere in campo sia Burns che Davis, poi però sono tornato con i piedi per terra quanto ho realizzato che fossero li solo perché sia Golden che Cockrell sono usciti per infortunio. Purtroppo per quanto mi aspettassi, la situazione con i giovani in campo non è ne migliorata ne peggiorata, complice anche lo spirito non propositivo verso quale il match ormai si improntava. Certo è che l’eventuale inattività dei titolari nel match contro gli Chiefs, potrebbe consacrarli come farli sprofondare ancor di più nell’ombra e credetemi, aspetto con ansia il momento in cui un rookie si imponga (stile Marcus Peters per restare in clima KC) in una secondaria sgangherata come la nostra. Aggiungiamoci poi, in una serata nera sotto tutti gli aspetti, che ci sarà da considerare il grave infortunio allo stinco rimediato da Lawrence Timmons subito nel primo quarto, volato in ospedale per gli accertamenti del caso. Speriamo davvero che sia disponibile per il match contro KC, perché diversamente ci sarà da trattenere il fiato e pregare contro i giochi di corsa delle frecce del Kansas. Vi immaginate Chickillo contro Ware o Charles ? Mmm Cambiamo discorso che è meglio!


Attacco brutto e pasticcione

Ci tengo a dire prima di qualsiasi altra considerazione, che una prova sottotono non deve accantonare anni di alti livelli che ha prodotto un football qualitativamente eccellente. Indubbiamente dopo questa uscita andranno fatte le opportune valutazioni, ma non mi sento di dare addosso ai ragazzi di Coach Haley per una giornata storta, caratterizzata per lo più da infortuni o squalifiche. Detto questo, alla vigilia mai nessuno si sarebbe aspettato che la difesa di casa sarebbe stata in grado di tenere a soli tre punti l’attacco B&G, eppure è successo e questo servirà ad affrontare con meno sfrontatezza gli avversari. Dopo un primo drive che ha fatto ben sperare, Ben Roethliberger e compagni sono sprofondati insieme al tentativo di raddrizzare un passivo che aumentava ad ogni gioco avversario. Libero dai timori e conscio delle qualità in pass-protection della sua linea, il QB da Miami (OH) ha cercato di mantenere in partita (per quanto ha potuto) il team, ma l’uscita di Ramon Foster nel secondo quarto ha delineato ancor di più le sorti di un match già indirizzato dagli infortuni avvenuti in difesa. Da li in poi, la pass-rush di casa ha collezionato la bellezza di 6 sack e decine di hurry ai danni di Big Ben. Prima però, come detto, il tentativo di tornare in partita c’era stato con il rientrante Markus Wheaton, autore di due drop colossali in endzone che avrebbero, a mio avviso, cambiato le sorti del match. Dal terzo quarto in poi con Eli Rodgers out e Antonio Brown osservato speciale, Ben si è spesso affidato a Jesse James sul corto-medio raggio, ma con poca precisione data dalla costante pressione del front-seven avversario. Sul nostro WR1, Jenkins si è francobollato dall’inizio alla fine del match, coadiuvato dagli altri membri della secondaria di casa. Nonostante questo, AB ha collezionato le solite 140 yds che sta volta però, non sono servite per vincere la partita. In WR2 Sammie Coates, si è contraddistinto in solo una giocata che ha rimarcato le sue doti fisiche con una catch in doppia copertura. Anche DeAngelo Williams è parso da subito in difficoltà contro la linea avversaria, che anche settimana scorsa aveva messo in mostra la sua solidità contro Langford e compagni. Con l’uscita di Foster poi (abilissimo nei blocchi), le portate per l’ex Panthers sono state del tutto eliminate. Anche qui, come per la difesa, alcune chiamate le ho reputate dubbie poco coraggiose e mi sono tornati in mente i fantasmi dello scorso anno (sconfitta nel primo match di regular contro i Ravens e i FG sbagliati da Scobee). Sotto di 20 punti alla fine del terzo quarto e non giocare un 4&2 a metà campo, mi fa imprecare a più non posso! Vabè ormai è acqua passata e la testa da domani sarà già verso Kansas City. Da domani giuro, perché oggi me lo prendo ancora per pensare…



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