Ci siamo
finalmente… Dopo mesi trascorsi a ipotizzare le varie scelte de nostri
Steelers, è arrivato il grande giorno. La necessità di inserire un Cornerback a
roster come prima scelta assoluta, veniva prima di qualsiasi altra valutazione
sui vari spot ritenuti in carenza, e la classe di prospetti presentata
quest’anno, non poteva essere meglio fornita. Con il trascorrere del tempo, nomi
come Ramsey, Hargreaves e Apple per il quale il team riponeva la sua scelta, si
sentivano chiamare da Roger Goodell quale selezione dei team con chiamate
precedenti alla nostra. Arrivati alla pick 24, anche i cari Cincinnati Bengals
selezionano un CB (per una need che francamente non conoscevo) e la scelta è
William Jackson III che Mike Colbert &Co, pensavano di aver già in cassaforte.
In quella situazione io stesso avrei virato su una Safety (vista la qualità di
reparto) oppure su Kendall Fuller, ma probabilmente i guai fisici non ancora
smaltiti dal talento da Virginia Tech non hanno convinto in pieno il team.
Passano i quasi dieci minuti canonici alla selezione e da li a poco sapevo di
potermi aspettare di tutto…. Esce in passerella l’uomo più fischiato della
storia con il fogliettino in mano e: “With the twenty-fifth pick of the 2016
NFL Draft, the Pittsburgh Steelers select: Artie Burns, CB Miami. Silenzio
totale…
1st pick – primo round (25 overall – Artie
Burns, CB Miami Hurricanes)
C’ho
messo almeno due minuti per riprendermi lo ammetto… Artie Burns non era proprio
il tipo di giocatore che mi aspettavo, non tanto per le sue qualità, più che
altro (arrivati a quel punto con tutte le scelte andate) mi aspettavo il solito
Linebacker, con il quale il team da parecchi anni ripiegava. Lo sbalordimento
nel sentire il suo nome, veniva anche dalla perplessità di aver sentito almeno
una ventina di CB in questi mesi accostati agli Steelers, e lui probabilmente, solo
di sfuggita. Con questo non voglio dire che Burns non sia degno di essere un
primo round ma di certo non è uno di quei nomi “sexy”, per il quale da domani
puoi pensare in grande. Ma torniamo al Burns giocatore che ormai questo conta…
A livello fisico, si può dire che il prodotto da Miami non abbia niente da
invidiare ai suoi compagni di reparto. 6’0” per 193 Lbs e dispone di due
mani da cestista che gli han permesso ben 6 intercetti nella stagione passata.
E’ un corner rapido e veloce nei recuperi di posizione e al pro day ha lasciato
tutti di stucco per la sua progressione. Il passato da atleta parla chiaro,
dove con le sue doti, ha vinto praticamente tutto in ambito collegiale sulla
pista, fino a che non ha deciso di giocare a football riscuotendo sempre più
appeal con il trascorrere del tempo. Come detto, possiede doti atletiche
fantastiche e riesce mischiarle con un impeto aggressivo che non disdegna mai
il contatto fisico. Predilige giocare in una cover a uomo piuttosto che a zona,
il che va contro ad una prerogativa di gioco che gli Steelers per necessità,
hanno sempre favorito. Sicuramente dovrà adattarsi e avrà tutto il tempo
necessario per studiarsi a pieno il playbook difensivo. Tecnicamente ci sarà
molto da lavorare e prevedo che difficilmente potrà dare subito un forte
contributo al team. Qui a mio parere c’è un enorme potenziale che verrà sicuramente
sfruttato affinando le lacune, per ora non disperiamo…
Draft grade
B-: Non proprio quello che mi aspettavo, ma son convinto che con il passare
tempo, il team saprà valorizzare le sue enormi qualità atletiche.
2nd pick – secondo round (58 overall – Sean Davis, Safety
Maryland Terrapins)
Con la
seconda scelta, il team seleziona Sean Davis, Safety da Maryland. La scelta è stata
rapida andando sul sicuro con il giovane, che data la sua duttilità di ruolo,
saprà coprire tutti gli spot in DB in caso di necessità. Safety come ruolo
primario e buon Cornerback all’occorrenza, ruolo che ha ricoperto per la
maggior parte degli snap giocati nel 2015. Vero è che il talentuoso Su’a
Cravens era libero e sarebbe stato il top a quel punto ma credetemi, Sean Davis
attualmente, serve di più per allungare una coperta in depth che vede solo Mike
Mitchell e Robert Golden sotto contratto (Shamarko Thomas mi spiace davvero,
non lo considero più). Davis parla inglese, francese, cinese e la lingua del
dolore… per gli avversari! Duro, fisico, forte, non lascia quasi mai scampo a
chi presidia la sua zona. Prepariamoci a vederlo in coppia con il solido Mike
Mitchell, in quello che può tornare ad essere un duo di Safety che hai paura di
affrontare. La sua irruenza però, spesso
gli è costata cara. Soprattutto lo scorso anno nel ruolo di corner back, dove
ha steccato parecchi placcaggi e intuito male diverse giocate per colpa del
troppo impeto. Come detto, il ruolo primario di impiego sarà in Safety spot
quindi le sue non ottimali capacità di copertura mostrate come CB, verranno a
meno. Uno dei migliori prospetti dell’FBS per impatto e durezza, è arrivato in
casa Steelers e personalmente, non vedo l’ora di vederlo all’opera.
Draft
grade A-: Con Karl Joseph selezionato, la mie personali scelte in ambito Safety
erano lui e Von Bell. Sono felice della scelta, Ottima pick!
3rd pick – terzo round (89 overall – Javon Hargrave,
DT South Carolina State)
Con la
perdita di Steve McLendon e non la completa affidabilità riposta verso Daniel
McCullers, la scelta un DT/NT in questo draft era pressoché scontata. Il terzo
round, viene speso per Javon Hargrave detto “Gravedigger”, prodotto
interessantissimo da South Carolina State (FCS) e che nel corso dei suoi anni
nel college, ha dato dimostrazione di essere un avversario temuto da tutti i QB
che lo affrontavano. A dispetto della mole imponente (309 Lbs) è agile e
scattante pari ad un LB e i 4,93 secondi registrati alle combine (40 yds dash), ne sono la
dimostrazione. Come detto, grazie alla sua rapidità, riesce a raggirare
velocemente la marcature delle guardie e nel 2015, ha collezionato la
bellezza di 13,5 sack che per un DT non sono pochi. Senza dubbio, l’atro punto
di forza fondamentale è il suo fisico roccioso, che con il baricentro basso,
riesce ad essere esplosivo sin dai primi istanti dello snap risultando per il
maggiore dei casi incontenibile. Spesso però si fida troppo dei suoi mezzi
atletici, cedendo in normali raddoppi che con una tecnica maggiore saprebbe
gestire meglio. Sicuramente Tomlin &Co dovranno lavorare parecchio su di
lui per renderlo pro-ready e dalla nostra, non dovremo avere che pazienza
perché anche qui, le qualità non mancano. L’unico neo che faccio fatica a non
vedere, è la disposizione tattica per il quale il ragazzone ha giocato per tre
anni di college come DT interno in una 4-3, con la propensione per la pass-rush
più che per il contenimento e negli Steelers attuali, il suo impiego al posto
di McLendon vorrebbe dire limitare le sue attitudini. Chiaro anche che in
nostro “pluto” Keith Butler, di recente si espresso favorevole nel variare la
3-4 in
una 4-3 ibrida (lo penso ancor di più dopo l’arrivo di Ricardo Mathews da San
Diego), e qui il nostro Hargreve andrebbe a nozze.
Draft
grade B+: Questa è stata una scelta eccellente da parte di Colbert e Tomlin. La
perdita di McLendon è stata riempita con un ottimo e davvero crudo atleta
difensivo, pronto a mostrare le sue abilità uniche.
4th pick – quarto round (123 overall – Jerald Hawkins,
OT LSU)
Con
l’arrivo di Ryan Harris in free agency e la selezione di Jerald Hawkins,
abbiamo finalmente detto addio a Mike Adams! (scusatemi ma non vedevo l’ora di
dirlo…) Con la selezione del Junior da LSU, gli Steelers hanno sentito la
necessità di allungare la coperta ad una linea offensiva a questo punto davvero
niente male… Villanueva, Gilbert, Harris e appunto Hawkins, saranno coloro che
forniranno la protezione necessaria Roethlisberger, con la speranza di non far
rimpiangere troppo Kelvin Beachum accasato a Jacksonville. Tornando alla nostra
scelta, Jerald Hawkins proviene da LSU, e già questo dovrebbe bastare per
chiudere il discorso dubbi. Nei suoi anni nel college ha prediletto la
posizione di RT opposto a La’el Collins, fino alla stagione 2015, quando è
entrato in possesso dello spot lasciato libero dal fenomeno finito a Dallas lo
scorso draft. Longilineo, forte e abile su entrambi i lati, Hawkins ha una
rapidità nelle movenze laterali necessarie per affrontare qualsiasi tipo
avversario gli capiti di fronte. Per dirne una, una dei DE più in voga del
draft A’Shawn Robinson, è stato praticamente annullato dal nostro Jerald
durante il match LSU-Alabama. Tra le debolezze, non si può fare a meno di
vedere che nel maggiore dei casi, regala il primo secondo dello snap
all’avversario, dovendo poi recuperare facendo lavorare il doppio le ginocchia
nella torsione. Talvolta risulta dominante contro i DE, ma fatica un pò contro
i LB rapidi e scattanti. Sarà interessante vedere cosa riuscirà a tirare fuori
sotto la guida di Mike Munchak.
Draft
grade C+: Anche qui ottima scelta in un draft che quest’anno pullulava di
uomini di linea offensiva davvero eccellenti.
5th pick – sesto round compensatory (220 overall –
Travis Feeney, LB Washington Huskies)
E anche
in questa edizione del draft, il Linebacker è arrivato… Travis Feeney è il nome
che Colbert più di tutti ha voluto alla sua corte, e la redazione del giovane
talento da Washington andrà ad a dare profondità ad un reparto che per quanto
abbia fatto bene lo scorso anno, necessitava nuovi innesti. Feeney è il
classico LB tutto fare, che ha ricoperto sia il fonte outside che l’inside
durante i suoi anni nel college. Nato come strong Safety, viene spostato nel
corso degli anni a Linebacker data la sua esplosività di gambe e il suo primo
passo fulmineo, oltre ad una propensa precisione nel placcaggio. Superata la
concorrenza del 2013-2014 con Hau'oil Kiahaha, nel 2015 ha trovato la strada
spianata dove ha messo insieme statistiche da giocatore fenomenale, fino a
diventare capitano della difesa. Fisicamente e anche per movenze, ricorda il
fantastico Ryan Shazier, magro, longilineo e super veloce nei recuperi. Per gli
esperti, il ruolo a lui più congeniale (per tecnica, velocità e corporatura) è
Will in una 4-3 e negli Steelers attuali, lo vedo alla grande a fianco ad un
maestro come Lawrence Timmons, in una 3-4 sempre più ibrida e di bella
prospettiva. Come detto, prevedo un maggiore utilizzo del “lungo” da Washington
come ILB e nel caso venga utilizzato come esterno, dovrà necessariamente
aumentare la sua corporatura. In ultimo, mette un forte dubbio la sua
situazione fisica per il quale i numerosi interventi ad entrambe le spalle a
dispetto della giovane età, non garantiscono il totale affidamento.
Draft
grade B-: Buona pick da utilizzare in ILB spot in supporto a Shazier e Timmons,
spero proprio di non vederlo OLB a dispetto della duttilità.
6th pick – settimo round (229 overall – DeMarcus Ayers,
WR Houston Cougars)
Questa
presa al settimo round è un autentica steal! Attenzione qui firmo e
sottoscrivo… Dal almeno due anni a questa parte, DeMarus Ayers è uno dei
migliori ritornatori dell’intera FBS! Nato come Runningback (cui ha seguito il
recruit dall’high school), diventa slot receiver nei tre anni di college date
le sue dimensioni (5’9” per 182
Lbs) possedendo dalla sua, mani acchiappa tutto pur non
disponendo delle classiche “palette” da ricevitore. Giocatore duttile in grado
di ritornare, giocare nello slot ed seguire alla grande schemi come bubble
screen, quick out e l’effetto sorprese della reverse. Appena entra in possesso
dell’ovale (soprattutto nei ritorni), sembra calcolare nel giro di pochi
secondi le traiettorie giuste da percorrere, sgusciando via e seminando il
panico tra gli avversari costretti a ripiegare. A volte però (da WR), è proprio
la sua stazza a metterlo in difficoltà, soprattutto contro Cornerback duri e
che sfruttano il fisico sin dai primi istanti dello snap. Per diventare
competitivo tra i pro, dovrà acquisire la malizia giusta che solo l’esperienza
ti può dare. A parer mio, la sua scelta sta a metà tra il problema squalifica
di Martavis Bryant e la necessità di inserire a roster un valido ritornatore,
per evitare di mandare al macello Markus Wheaton piuttosto che Antonio Brown.
Per la giovane scheggia da Houston, il rookie mini camp ma soprattutto la
preseason, saranno fondamentali per mettersi in mostra e guadagnarsi un posto
nei 53.
Draft
grade B: Altra need ricoperta egregiamente con un talento che bisognerà saper
far crescere.
7th pick – settimo round (246 overall – Tyler
Matakevich, OLB Temple)
Fresco vincitore
dell’ambito premio Bronko Nagurki Trophy, che ha visto trionfare negli anni
precedenti, giocatori del calibro di Charles Woodson, Terrell Suggs, Ndamukong
Suh e Luke Kuechly, Tyler Matakevich viene selezionato come ultima pick del
draft 2016. Autore di un quadriennio al college a dir poco fenomenale: tre
volte first team AAC Conference, 100 e più tackle completati ogni anno, per un
totale di quasi 500 in
carriera. Autentico leader difensivo e punto di riferimento per i compagni, con
la capacità di prendere in mano la difesa anche nelle situazioni più critiche. Fisicamente
non eccelle quasi per nulla come pro-ready (6’0” per 238 Lbs), ma possiede un
baricentro basso difficile da contendere per gli omoni in linea d’attacco. Tatticamente
è un giocatore intelligente (tranne quando decide che deve per forza mettere
statistiche a tabellino), con un ottima abilità nel placcaggio in run-block. Ha
militato per lo più come Will nella 4-3 e a Pittsburgh, darà presumibilmente
rotazione a Harrison, Moats, Dupree e Jones in 3-4. Come detto, il suo fisico
(soprattutto l’altezza) può risultare davvero un grosso problema in NFL, con il
rischio anche di sovrappeso per l’effetto opposto, nel caso aumentasse troppo di
volume. Qui a differenza delle scelte precedenti a livello di potenziale,
Matakevich è un giocatore fisicamente fatto e finito, e che potrà diventare un
buon innesto crescendo sotto il profilo tattico.
Draft
grade C+: Buona pick per essere un settimo giro, ma le sue doti fisiche mi
lasciano parecchio perplesso su quanto possa imporsi in NFL.
Udfa signings:
(DL) Jonny Maxey, Miami
(Fla.)
(LB) Tyriq McCord, Duke
(P) Will Monday, Florida State
(DL) Giorgio
Newberry, Colorado
(RB) Christian Powell, Georgia
(TE) Jay Rome, N.C. State
(OL) Quinton
Schooley, Virginia
(WR) Canaan Severin, Jacksonville State
(DL) Devaunte Sigler, Jacksonville State
Considerazioni finali: Terminata anche questa
edizione, lo possiamo ripetere ancora una volta: “E’ stato il solito draft
degli Steelers!” Anche quest’anno la società ha improntato le sue scelte
cercando di rinforzare un telaio già ben fornito, inserendo ottimi innesti che
da subito potranno dire la loro sul campo. Appuntamento con il rookie mini camp
di questo fine settimana per ammirare sul campo le nostre scelte.