C’eravamo lasciati con il tentativo di conquistare
l’Emerald City, ma alla fine torniamo a casa con una “L” che ci rassegna ad un
finale di stagione duro da dover gestire. Troppe volte dall’inizio del
campionato, ci siamo trovati a dover commentare una successione di partite
illuminate ad altrettante da buio profondo. Ma cosa c’è realmente che non
funziona? Perché si alternano match ottimi in entrambi lati del campo e altri
per il quale la rottura del televisore o del telecomando, potrebbe avvenire da
un momento all’altro? Personalmente ancora non me lo riesco a spiegare… Una
cosa è certa, con Dicembre alle porte è vietato sbagliare. Arriva un filotto di
impegni in cui bisognerà tenere la massima concentrazione, consapevoli che
arrivati a questo punto, ogni passo falso potrebbe costare caro in ottica
playoff. Detto questo e con annessi tutti gli stati d’animo del caso, il match
disputato nel il gelo di Seattle, è stato condotto in maniera eccellente fino
all’Halftime. Fino al fischio finale della prima mezz’ora, Big Ben è compagni
hanno dato prova della semplicità disarmante con cui sarebbero in grado di
sbaragliare ogni tipo di difesa. Statistiche alla mano, non si è mai arrivati
ad un 3 and out, giocando con fluidità i primi due down guadagnando yard con
una percentuale privente per gli avversari. Ogni drive guidato ha portato
sempre i suoi frutti, con la siglatura da 6 o 3 punti e in questo clima
surreale per noi tifosi, abituati perlopiù a rimonte finali, è spiccata la
varietà di gioco alternando tracce più comuni e banali come slant – in o out,
oltre alla svagata facilità con cui venivano pescati tutti i ricevitori di cui
Ben disponeva. Unica eccezione l’errata conversione sul 4&2 che ha visto in
campo Landy Jones, autore di un tentativo scellerato che è costato il primo
intercetto della gara. Tra i ricevitori, la prova di Markus Wheaton potrebbe
essere sinonimo di vittoria ma purtroppo non è così. Il ricevitore da Oregon
State ha concluso la sua prova con sole 9 ricezioni ma 201 yard completate oltre
ad un TD a tabellino siglando lo score hight stagionale. Lo stesso è stato
anche protagonista di un paio di chiamate al limite della decisione arbitrale
(quelle chiamate che quando giochi in casa sono a tuo favore per intenderci) e
che in termini di guadagno avrebbero fatto schizzare ancor più i suoi numeri a
referto. Se in questo tripudio di gioia sommiamo , le sporadiche ed
intelligenti corse sul game-plan di Todd Haley per DeAngelo Williams, il
risultato sarebbe stato facilmente intuibile.
Ma purtroppo la concentrazione e la voglia di vincere è
rimasta negli spogliatoi. Negli spogliatoi però non è rimasta la vana
convinzione (da parte nostra sia chiaro) che le cose potessero migliorare con
il passare dei minuti rispetto a quanto visto ad inizio del terzo quarto, con
il primo e sfortunato intercetto per Big Ben (gli è scivolata la palla dalla
mano durante il lancio). Con il trascorrere del cronometro però, le convinzioni
si sono trasformate in sconforto. Dopo essere rientrati in possesso dell’ovale,
lo stesso QB lancia un secondo intercetto viziato da una pass-interference
(dubbia) di Richard Sherman su Antonio Brown. Solo l’ennesimo TD Markus Wheaton
poco dopo, ci regala qualche secondo di gioia, perché nel drive successivo il
tandem Wilson – Baldwin (3 TD quest’ultimo!) mette a segno il TD della vittoria
su un ennesima distrazione della secondaria. Lo stesso reparto è stato il primo
colpevole della sconfitta. Per dirne una: l’intelligenza tattica di giocare
qualche snap ad una yard dai ricevitori di Seattle non è mai balenata nel
cervello di Keith Butler e che invece è stata studiata al meglio di Pete
Carroll e applicata da Sherman su Brown. Questa tattica avrebbe quantomeno
rotto il timing-pass costringendo i Seahawks a giocate differenti, ma purtroppo
si è concesso sempre troppo spazio e raggio d’azione per compiere le tracce. Il
front seven invece riesce fortunatamente a salvare la faccia, come la O-Line del resto. La linea
a sette della difesa ha si prodotto poco in termini di sack (2) ma ha costretto
Wilson a parecchie sgambate personali per uscire dalla tasca. L’O-Line invece,
ha fatto si che Ben avesse tutto il tempo necessario per arrivare ai
ricevitori, registrando solamente due disattenzioni in tutto il match (una di
queste stava per causargli un altro infortunio). Due parole finali sullo
special team. Bravi nel bloccare quel treno di Tyler Lockett e a stoppare il
calcio di Steven Hauschka, ma Jacoby Jones sarà così meglio di Dri Archer? Bah…