sabato 23 maggio 2015

ANTONIO BROWN, SOLO VOCI O REALI DISSAPORI?

A distanza di un mese in cui si è chiaccherato e speculato a volontà sulla questione, le acque pare si siano finalmente calmate. Come spesso accade in questo periodo, si ama trarre conclusioni affrettate per sostenere gli animi degli appassionati stufi del lungo periodo lontano dal rettangolo verde. Al centro del ciclone c’è stato Antonio Brown che dopo aver saltato le prime sedute volontarie di offseason workouts, si è riunito ai compagni con una settimana di ritardo. A tranquillizzare i tifosi ci ha pensato il giocatore stesso, che nei giorni seguenti sul suo profilo Twitter, ha motivato la sua l’assenza in seguito nascita della figlia.

A questo punto, noi poveri ingenui diremmo che è tutto a posto e che non c’è niente per cui preoccuparsi, ma gli espertoni d’oltre oceano non la pensano proprio così, ritenendo la faccenda più strana e intricata di quanto si possa pensare. Questa “stranezza” deriva dal fatto che l’ex Central Michigan, pur essendo stato nel 2014 il secondo miglior ricevitore dietro al solo Dez Bryant, ha uno stipendio di gran lunga inferiore rispetto ad altri giocatori della lega militanti nel suo ruolo e che gli farebbero tranquillamente le scarpe. Nella plausibile (a questo punto comprensibile) frustrazione del nostro ricevitore, analizzando i salari che percepiranno complessivamente nel 2015 i compagni di reparto, troviamo giocatori come: Calvin Johnson, Andre Johnson, Dwayne Bowe, Vincent Jackson e molti altri, che guadagneranno dai 3 ai 10 milioni di dollari in più per la stagione a venire, pur avendo collezionato nel 2014, numeri di molto inferiori al nostro WR. Brown firmò nel 2012 un contratto in linea con le sue attitudini di allora (6 anni per 41,7 milioni di cui 8,5 garantiti), ma, ricordando il modus operandi della società, che in genere tende a non negoziare i contratti dei giocatori a meno che non si trovino nell’ultimo anno, in questo caso una variazione di tendenza sarebbe alquanto logica, sposando a pieno la causa della squadra.

Per quanto possa essere a noi familiare il detto “vado da chi mi paga di più”, essendo il nostro un popolo di calciofili abituati a veder abbandonare le squadre dai beniamini con il solo scopo di arricchirsi, nell’NFL la situazione potrebbe essere pressoché la stessa se non per il puro e vero motivo di dedicarsi a pieno verso una franchigia che ha il solo scopo di pagarti lo stipendio cercando di rispettare un tetto salariale imposto. Nello specifico del nostro WR, mi auguro che il nome e la reputazione che si è guadagnato in questi anni nell’ambiente, lo spingano a voler restare senza problemi, perlomeno fino al termine del suo contratto nel 2018. Dal canto loro gli Steelers dovranno cercare di tenere alto il morale del giocatore pianificando al meglio i tre anni a venire sulla distribuzione degli ingaggi (rinnovi-acquisti-tagli), abbassando possibilmente il cap, avendo all’occorrenza un margine cospicuo da poter impegnare. Diversamente, nel caso ci si dovesse scontrare a muso duro per il futuro, una soluzione che la società potrebbe prendere in considerazione sarà quella di volergli ristrutturare il contratto includendo degli incentivi che lo spingerebbero a percepire un “base salary” tra i primi 6 della lega, cercando di trovare successivamente un accordo. Se il percorso 2015-2016-2017 in ambito cap non dovesse essere dei più rosei, un'altra alternativa potrebbe essere quella di strappare il prolungamento attraverso un corposo signing bonus.

In ottica roster, la redazione come terza scelta assoluta dello scorso draft di Sammie Coates può far riflettere. Il giovane prodotto dell’Auburn University, potrebbe andare a sostituire in un progetto a lungo termine, proprio Antonio Brown, anche se le capacità tecniche e le attitudini fisiche si avvicinerebbero di più ad un Martavis Bryant 2.0.

Troppi intrecci e troppe domande che forse facevamo bene a non valutare, con le dinamiche e le conseguenze che per ora ci farebbe bene non meditare. Sono tante le vie e scelte che si potrebbero prendere per risolvere al meglio la questione; il dio denaro più delle volte ha un potere troppo forte da poter evitarne la seduzione e noi ci possiamo solamente augurare che questo non accada al nostro ricevitore.


martedì 5 maggio 2015

NFL DRAFT 2015: STEELERS RECAP

Riporto per comodità l'elenco delle pick a disposizione nel draft per gli Steelers:
1st Round pick No.22
2nd Round pick No.56
3th Round pick No.87
4th Round pick No.121
5th Round pick No.160
6th Round pick No.199
6th Round compensatory pick No. 212
7th Round pick No.239
Day 1
1st Round pick #22 overall
Finalmente dopo mesi di estenuante attesa è arrivato il draft week. Bombardati mediaticamente e da qualsiasi tipo di informazione proveniente dagli esperti, abbiamo trascorso questo peridio di off-season con la certezza che la prima pick sarebbe stata spesa per i ruoli che necessitavano maggiormente di nuovi inserimenti, il corner back e la safety. Ma dopo un paio d’ore trascorse ad ammirare le scelte avversarie (Texans – Kevin Johnson, Vikings – Trae Waynes, Chiefs – Marcus Peters), pensando alle possibili alternative, compare finalmente sullo schermo la scritta “Steelers pick is in” e con il cuore in gola per l’attesa, il nome annunciato da Roger Goodell è quello di Bud Dupree! E chi se lo aspettava? Nessuno e probabilmente neanche il front office, che vendendosi scivolare sotto il naso le need principali, hanno virato l’attenzione sul possente linebacker / defensive end proveniente dal college del Kentucky. Di sicuro anche l’OLB era una priorità di questo draft, con la profondità in depth non ritenuta del tutto coperta nonostante il rinnovo di James Harrison ed i già presenti Arthur Moats e Jarvis Jones. Alvin “Bud” Dupree (193 cm per 122 Kg) è considerato come uno dei migliori linebacker dell’intera classe del draft. Le strepitose prestazioni registrate nelle ultime combine (4,56 40 yarde dash, 42,0 inch vertical jump, 138,0 inch board jump) unite da un ottima carriera collegiale (24 sack), fanno ben sperare per un futuro glorioso con la maglia black & gold. La duttilità del suo impiego come DE nel 4-3, potrebbe essere l’arma in più nello scacchiere difensivo del DC Keith Butler. Grande etica per il lavoro, consapevole e sicuro dei suoi mezzi, veloce nelle movenze ed a liberarsi delle guardie sia dall’interno che dall’esterno in pass rush, sono tra le sue migliori qualità che d’ora in avanti saranno a disposizione della nostra franchigia. In pass-protection dovrà sicuramente migliorare, a dimostrazione dei parecchi tackle mancati messi a referto nel corso degli anni collegiali. Ha sempre sostenuto di indossare la maglia numero 2 per cercare di diventare il numero 1, noi da oggi in poi glielo auguriamo davvero!
Draft grade A-: Nel primo giro, si pensa sempre al defensive back e poi arriva il linebacker come successe con Ryan Shazier lo scorso anno. Personalmente avrei preferito un uomo di secondaria al primo turno considerando la valle di lacrime attuale. Le uscite nelle prime chiamate di Jonhson-Waynes-Peters, mi hanno portato a pensare che il cerchio si stava stringendo verso Byron Jones (CB/FS) e Landon Collins (SS). E’ evidente che quanto ti capita sotto le mani Landon Collins e selezioni un linebacker, significa che Colbert & Co si aspettano un grosso segnale dal sempre infortunato Shamarko Thomas.
Day 2
2nd Round pick #56 overall

Con la seconda scelta assoluta alla chiamata #56, gli Steelers selezionano il cornerback Senquez Golson. Come detto sopra e ribadito in questi mesi, l’uomo da secondaria era indispensabile (CB/S) ma che scegliessero Golson era fuori da ogni aspettativa. E’ doveroso dire che tra il primo ed il secondo giro i migliori prospetti sono scivolati via uno dopo l’atro, e ciò che restava a disposizione tra i nomi sulla lavagna del front office, era sempre meno di rilievo. Inoltre, il doppio colpo Giants/Ravens in trade up per selezionare rispettivamente Landon Collins e Maxx Williams, ha tagliato le gambe ad una strategia quantomeno “strutturata”. Entrando nello specifico della pick selezionata, il buon Golson approda a Pittsburgh dove troverà un reparto totalmente disastrato e facile da conquistare. Il giovane Ole Miss Rebels non è proprio l’ultima ruota del carro, ai tempi del college era considerato un baluardo difensore insieme al compagno Prewitt. Approda nel campionato maggiore con numeri importanti dalla sua (96 tackle, 15 intercetti ben 8 nel 2014) ed una costanza di rendimento eccellente. A dispetto della sua altezza (175 cm) riesce a portare molti intercetti grazie alla sua elevazione ed intelligenza tattica che lo portano a seguire ottimamente le fasi del drive sin dai primi secondi dello snap. Dopo l’intercetto, riesce a rivelarsi un gran corridore agile e scattante ad evitare i tackle avversari. Tecnicamente è un giocatore pulito, riesce stare bene francobollato al WR con un ottima rapidità di gambe grazie al suo baricentro basso. Tra le maggiori debolezze, non si può non menzionare la difficoltà contro i WR rapidi e alti. Il suo arrivo nella Steelers Courty, pregiudica poco le attuali gerarchie per il 2015, dove il posto attualmente sarà occupato da Cortez Allen (infortuni permettendo) e dal buon William Gay. Come detto, potrà guadagnarsi anche facilmente un posto da titolare seguito da prestazioni convincenti nei pochi snap inizialmente concessi.
Draft grade B: Dopo l’uscita di Rowe, Darby e Jalen Collins mi sarei aspettato Quinten Rollins invece è arrivato Senquez Golson. Magari mi sbaglio, ma di primo acchito associo il suo aspetto fisico a Brice McCain. Nulla a che vedere chiaramente con qualità e abilità, ma a questo punto avrebbero potuto scegliere di mantenere Brice (approdato a Miami), e spendere la pick per un altro nome di maggior rilievo. Spero di ricredermi!
3th Round pick #87 overall
E qui ti aspetti finalmente la safety. Verifichi i nomi rimasti a disposizione sulla board, noti con piacere che Amos, Drummond, Holliman non sono ancora stati selezionati, e… with the 87 round pick of the 2015 NFL Draft, the Pittsburgh Steelers select: Sammie Coats WR “Auburn University”. Ma come Coats? a che serve? Cosa ce ne facciamo? A queste domande è seguita un imprecazione con cui la vicina non potuto fare a meno di picchiare il bastone della scopa sul muro comunicante! Dico io… Hai in squadra il secondo miglior ricevitore del 2014 (Antonio Brown), una giovane promessa del draft 2014 (Martavis Bryant), una valida alternativa anche per lo special team (Marcus Wheaton), hai appena prolungato per un anno il contratto di un backup (Darrius Heyward-Bay), cosa serve un altro WR a roster?. Non riesco davvero a concepirlo! Dubbi e perplessità a parte, analizzando il nuovo arrivato, non si può certo dire che non abbiano pescato bene. Il giovane proveniente dall’Auburn Universty ha collezionato in tre anni di college tormentati da infortuni, 82 ricezioni per 1757 yds e 13 touchdown. La sua statura ed il suo peso (198 cm – 91 Kg), lo fanno stazionare tra i giocatori da tenere assolutamente in considerazione per il futuro prossimo. Alle combine è stato una vera e propria rivelazione facendo registrare ottime misure nelle prove di scatto e di elevazione (41,0 inch vertical jump, 131,0 inch broad jump). Giocatore esemplare per le Big Plays e le giocate nel profondo, dalla sua possiede braccia lunghissime che gli permettono di ricevere lanci alti, oltre che ad essere una valida alternativa in endzone. Gode di ottima accelerazione iniziale guadagnando una buona separazione dal corner in fase di ricezione. Purtroppo per lui non possiede mani eccellenti, i numerosi drop della passata stagione sono un forte segnale. Inoltre tende a percorrere delle tracce sistematiche fermandosi ancora prima di ricevere il pallone non permettendogli di essere eventualmente pronto all’errore avversario.
Draft grade C: Ancora oggi a distanza di due giorni, mi chiedo il motivo della sua scelta. La terza pick poteva portare un importante giocatore di secondaria, ma è stata letteralmente “buttata” in un reparto dove siamo considerati tra i migliori nell’NFL. In prospettiva futura credo anche che possa diventare un giocatore importante per la squadra, sarà indispensabile per lui affinare la tecnica e soprattutto le mani.
Day 3
4th Round pick #121 overall

Che in questo draft avrebbero investito sulla secondaria non c’erano dubbi, ma addirittura due corner back in due turni consecutivi era difficile da prevedere. Con la 121esima pick del quarto round, approda in casa Steelers Doran Grant, CB proveniente dal college dell’Ohio State. Sono sincero, qui mi è tornato il sorriso! Grant approda nel football che conta la mensola dei trofei già piena: Big Ten Champion (2014), Sugar Bowl Champion (2014) e CFP National Champion nel 2015, e ha contribuito nel corso della sua carriera collegiale, a rendere la secondaria dell’Ohio State come una delle più temute dell’intera NCAA. I numeri in uscita dal college sono importanti: 110 tackle, 9 intercetti e 1 sack, conditi da un energia e ad un temperamento invidiabile. Non molto alto (5’10” – 180 cm), ma con una rapidità di movimenti eccellente (4,44 sec. 40 yds dash combine 2015), Doran è un corner che difficilmente perde il contatto e la separazione con il suo ricevitore di riferimento. Fisicamente stiamo parlando un CB che, data la sua corporatura, fa dello scatto iniziale la sua arma migliore per contrastare i WR in ricezione tentando l’intercetto. Stilisticamente parlando, dovrà senza dubbio miglio la tecnica soprattutto in salto e di elevazione in cui non lo vedo propriamente dominante. La sua duttilità potrebbe essere un arma importante in quelle situazioni in cui devi cercare l’intercetto per ribaltare il match, il passato da WR gli permette di godere di buone mani in ricezione avendo una discreta visione degli spazi quando la palla è attiva sul profondo. Guardando la depth attuale, per lui si potrebbe fare lo stesso discorso del sopra citato Senquez Golson. Il duro lavoro, l’impegno e la costanza di rendimento nelle uscite ufficiali, potrebbero garantirgli un posto fisso negli schemi difensivi del nuovo DC Keith Butler.
Draft grade B+: Per essere stato selezionato al quarto round, Grant è sicuramente una buona presa. Molti si sarebbero aspettati a questo punto la scelta di Ifo-Ekpre Olomu da Oregon, ma i guai fisici del giocatore hanno fatto sprofondare le sue quotazioni, tanto da essere selezionato nel settimo round.
5th Round pick #160 Overall
Credetemi, questo round l’ho previsto in anticipo! Con l’uscita di Maxx Williams e Devin Funchess nei giri bassi, gli Steelers selezionano il giovane tigh end Jesse James proveniente dalla Penn State University. Vincitore di numerosi premi nell’High School, tra cui miglior giovane della nazione, Jesse approda al college dove con le sue qualità ed il suo carattere da leder, si guadagna un posto fisso tra gli schemi del coach di allora Bill O’Brian. Nei tre anni di college colleziona numeri notevoli: 76 ricezioni, 996 Yds con 11 touchdown trasformati. A dispetto della sua corporatura mastodontica (201 cm – 115 Kg), alle combine ha sbalordito tutti registrando tempi interessantissimi nelle prove di dinamismo. Il giovane PSU è una vera e propria forza della natura combinata ad una rapidità eccezionale. La sua stazza gli permette di essere anche un bloccatore nato. In fase di ricezione con campo libero, riesce a raggiungere in pochi secondi un ottima velocità di punta che unita alla sua corporatura, si trasforma in un treno difficile da fermare. Tra le sue qualità migliori, non si può non esaltare la sicurezza con cui percorre le trecce raggirando i blocchi avversari, ricordando le movenze dei suoi colleghi di reparto del campionato maggiore. Inoltre, riesce a essere pericolosissimo anche in endzone per i blocchi ed in elevazione, oltre ad essere molto utile nella fase di chiusura per creare alternative alla manovra d’attacco. Purtroppo per lui dire che grezzo è dir poco! Una volta ricevuto il pallone, risulta macchinoso il movimento di scatto, rendendo facile e leggibile il placcaggio all'avversario. Inoltre non risulta molto propenso a ricevere nel traffico, preferisce spesso raggirare le difese impiegando il doppio del tempo nel percorre le tracce, facendogli perdere la combinazione e la ricezione con il proprio quarterback. Visionando anche la prospettiva in depth, il ruolo di Heath Miller non è in discussione, ma una valida alternativa in back up come James può essere determinante. Il gioco-forza situazionale del suo impiego, oltre che a dare respiro a Heath, garantirebbe una valida alternativa alla manovra offensiva. Il sistema offensivo di Haley prevede prettamente l’utilizzo di un solo tight end, ma mi permetto di dire che se il ragazzo garantirà sin da subito, potremmo vedere anche 2 TE in campo negli Steelers versione 2015.
Draft grade A: Dopo l’obiettivo Dupree, James è forse il miglior colpo del draft di quest’anno. Giunti fino al quinto round, l’altra alternativa sarebbe stata Nick O’Leary, ma personalmente preferisco il prodotto PSU sotto tanti aspetti, ottima scelta!
6th Round pick #199 overall
Più si scende e meno ti aspetti quello che potrebbe arrivare, nel sesto round gli Steelers selezionano il defensive tackle Letterius Walton. Nato defensive end e spostato nel corso degli anni con ottimi risultati a defensive tackle (LT), durante la sua carriere collegiale si è guadagnato una buona reputazione con 33 tackle, 5,5 sack e 9 intercetti. Il prodotto del Central Michigan è dotato di un gran fisico possente e difficile da spostare (319 Lbs). Il suo punto di forza è senza dubbio il run blocking, dove risulta agile e propenso a gettarsi nella mischia per stoppare il gioco di corsa avversario. Inoltre lavora bene con l’utilizzo delle braccia per spostare/eludere i lineman avversari dopo lo snap. Ma purtroppo per noi stiamo pur sempre parlando di un sesto round e con tutte le aggravanti del caso. Walton, dall’alto della sua corporatura, risulta davvero lento negli scatti iniziali per cercare i blitz verso i quarterback, rendendolo un giocatore non propenso al fine della pass-rush. Tatticamente è un DT da 3-4 e un DE da 4-3. Se dovesse rimanere invariato il sistema difensivo nel 2015 con la 3-4, Walton verrà prettamente impiegato come Defensive tackle, sulla sinistra per dare respiro a Stephon Tuitt.
Draft grade C+: La fragilità di Tuitt e la poca sicurezza di Clifton Geathers, hanno spinto il front office verso un DT da sesto round. Sarebbe stato forse più opportuno a questo punto investire su round più basso, ma le need da colmare in questo draft erano davvero troppe.
6th Round (compensatory) pick #212 overall
Continua la politica di investimento sul reparto difensivo e nel sesto round arriva la selezione di Anthony Chickillo, defensive end proveniente dal college di Miami dove ha prodotto 170 tackle e 15,5 sack in tre anni. Approda a Pittsburgh un defensive end di nuova generazione dotato di grande rapidità a dispetto dei suoi 121 kg. Alle combine ha sbalordito tutti per la sua fluidità nei movimenti: 7,17 secondi nella 3 cone drill e 4,25 secondi nella 20 yarde shuttle. Dotato di grande forza e bilanciamento ottimale per divincolarsi dalle guardie in puss-rush. Dalla sua dovrà migliorare sotto tanti aspetti tecnici e anche fisici mettendo necessariamente “massa” nella parte bassa del corpo per essere all’altezza dell’NFL. Di lui ha parlato oggi l’allenatore dei linebacker Joey Porter, definendolo di primo acchito un OLB piuttosto che un DE, precisando che nei college la componente massa-peso è differente rispetto al campionato professionistico, dove ti trovi ad affrontare linee offensive più fisiche e potenti. Dichiarandosi eccitato dalla voglia di collaborare con la promessa ex Hurricanes, ha concluso precisando che il training camp definirà meglio la sua collocazione in campo.
Draft grade B-: Chickillo non è certo la massima aspirazione, ma arrivati nel sesto round una scelta o l’altra sarebbe stata pressoché indifferente. Con gli arrivi di Dupree e Chickillo si va formare una buona profondità in depth, a cui non eravamo abituati da tempo. Buona pick!
7th Round pick #239 overall
Finalmente la safety tanto attesa è arrivata e abbiamo dovuto attendere 7 lunghissimi round per scoprire che gli Steelers avrebbero selezionato Gerod Holliman (183 cm, 99 Kg) ex Louisville Cardinals. Sarò eccessivo, ma alla comparsa sullo schermo - Steelers select: Gerod Holliman, ho iniziato a gioire cantando quell’odiosa canzoncina nei collegamenti con i tifosi….HereWeGo Steelers HereWeGo, HereWeGo Steelers HereWeGo! Tornando con i piedi per terra, selezionate le migliori safety del draft (Landon Collins, Damarious Randall e Adrian Amos), il prospetto più conveniente era senza dubbio Gerod Holliman. Se non si era capito, adoro questo giocatore che reputo un autentico playmaker difensivo; dotato di ottima rapidità di scatto sul corto e la fluidità nei movimenti gli permette di eseguire con disinvoltura numerose chiusure nel wideout ai ricevitori. I numeri della sua ultima stagione con i Cards parlano chiaro: 44 tackle, 14 intercetti e 17 pass deflettati. All’occorrenza si trasforma anche una macchina da tackle, capace di portare parecchi intercetti (ben 14 lo scorso anno di cui ben 2 contro il QB Jameis Winston), garantendo una coverage di sicurezza e di impatto dopo la ricezione dei TE portando anche ottima copertura ai linebacker una volta superati. L’abilità e l’intelligenza nel leggere i quarterback sin dalle prime movenze dallo snap, gli permette di anticipare lo scatto, portandosi rapidamente a ridosso degli avversari e talvolta di comprendere in anticipo la traiettoria della palla guadagnando il sicuro intercetto grazie alle sue mani acchiappa tutto. Ma non è tutto oro ciò che luccica! L’infortunio alla spalla che lo tormenta da parecchio tempo, a detta sua non è ancora totalmente smaltito. Sul rettangolo verde, tende a sedersi nei lunghi drive scomparendo nelle fasi della partita in cui potrebbe rendersi partecipe. Tecnicamente risulta ancora un giocatore piuttosto grezzo e tante volte pensa troppo all’intercetto mancando importanti placcaggi, inoltre nonostante sia atleticamente indiscutibile, manca di una velocità di punta necessaria per i recuperi in campo aperto.
Draft grade B+: Personalmente avrei pensato a Holliman come terza/quarta scelta assoluta di un qualsiasi team. Ottima steal da settimo giro che va a puntellare un reparto dove Shamarko Thomas sarà chiamato a dare importanti risposte nel 2015.
Concludendo a mente fredda il mio voto finale sulle scelte è (B). Reputo che sia stato l’ennesimo draft dalle mille aspettative di cui siamo stati accontentati per meno della metà. A mio giudizio sarebbe stato opportuno inserire una Safety in più oltre che offensive tacke. A dir poco inutile, per quanto possa essere buono il giocatore, l’inserimento del WR. Entriamo nella season 2015 indicata come la più complessa e accompagnati da un ottimismo che ci ha sempre contraddistinto, ma consapevoli che per tornare ai vertici occorrerà ancora qualche anno.