Mai darsi
per vinti in quel di Pittsburgh, come del resto, mai credere di avere già la
vittoria in tasca. Questa è la lezione che abbiamo imparato bene ieri,
insegnamento che avevamo già sperimentato contro i Chargers con la strepitosa
rimonta nel finale. Si perché quando sembra tutto ormai perduto e gli ospiti
sono in vantaggio per 27-13 all’half-time, mai ti sogni di poter avere un
inizio di settimana tanto felice e con le speranze playoff ancora negli occhi. Vittoria
maturata nella seconda mezz’ora di gioco, dopo la ramanzina degli spogliatoi
tenuta da Mike Tomlin e che chiunque di noi tifosi, avrebbe volentieri fatto il
coro. Neanche i più fiduciosi avrebbero buttato qualche centesimo sulla rimonta
degli Steelers, che seppur giocando in casa, avevano condotto una prima metà da
mani nei capelli e piena di errori grossolani. Invece, mai arrendersi, mai
pensare di non poter recuperare una partita, perché come vai in svantaggio, hai
comunque modo di poterla ribaltare. Una prova d’orgoglio più che per qualità
dei singoli la definirei (almeno per la difesa), un fierezza che ha tirato
fuori la voglia di vincere restando uniti e superando le lacune tecniche. Un
esempio lampante in questo viene dalla secondaria, maltrattata totalmente dal
wideout dei Broncos durante la prima mezz’ora di gioco. Emmanuel Sanders e
Demaryius Thomas collezionano oltre 150 yds di ricezioni in due e riescono con
delle semplici tracce sul profondo, a bersi gli inermi defensive backs con la
maglia giallo-nera. Brock Osweiler fa il fenomeno, sigla 3TD pass, uno correndo
e gioca come se fosse dietro i giardinetti sotto casa. In questo scempio però
anche Mike Tomlin ha le sue colpe. Antwon Blake, che è il peggiore degli
Steelers in coverage dell’intero reparto, e stato spesso chiamato al blitz sul
QB, che in campo aperto può essere fatale. E Così è stato, come in occasione
del secondo TD di Denver. Blake, finge la copertura e parte a cannone verso la
tasca, ma dietro di lui passa gli inosservato Sanders che con una corsetta
delle sue va in endzone (con annessa e comprensibile imprecazione). Tornando
però alle colpe di Tomlin, non riesco a capacitarmi a questo punto l’utilizzo
per oltre mezz’ora dell’ex Texas El Paso quando disponi di uomini migliori a
roster sotto quell’aspetto, come Ross Cockrell e Brandon Boykin. Scelta
tecnica? Chi lo sa… Resta il fatto che dal terzo quarto in poi Blake non si è
più visto in campo e il risultato finale lo conosciamo tutti. Restando ancora un
attimo sulla secondaria e sul cambiamento di atteggiamento, anche il nostro
ormai idolatrato “pluto” Keith Butler, è riuscito ad aggiustare il tiro rispetto
alla prima metà, che denotando un scarso utilizzo sulle corse rispetto ai
lanci, ha imposto un arretramento a Ryan Shazier dalla sua solita posizione di
middle, in aiuto alle safety. Questo, oltre che a portare all’intercetto sul
finale di partita, ha anche prodotto una miriade di incompleti partiti dal
braccio di Osweiler, che è stato costretto a forzare molti tentativi azzardando
tracce al limite. Come detto però, l’inversione di marcia c’è stata anche da
parte di tutto il team. Con il ritorno in campo dopo il tè caldo, front seven
ha aumentato la pressione riuscendo a trovare due sack fondamentali nei terzi
down (C.Heyward, L.Timmons). Questo ha indotto Osweiler ad accelerare i tempi facendolo
sbagliare, il tutto a dispetto del primo quarto dove faceva praticamente quello
che voleva. Terminando con la difesa, oltre al parziale del reparto che nella
seconda metà lascia a zero punti lo score avversario, un dato eclatante sono le
trasformazioni dei terzi down da parte di Denver. La facilità di gioco mostrata
all’inizio, gli ha permesso di convertire 8 su 9 terzi down, mentre la costante
pressione della secondo tempo, ne ha permesso solo 1 su 8. Più cambiamento di
così?!
Spostandoci
sul settore offensivo e continuando a sposare l’inversione di tendenza, la
seconda metà regala emozioni uniche a noi spettatori di questo splendido sport.
Ben Roethlisberger intavola lanci a profusione verso la miglior batteria di
ricevitori della lega: Antonio Brown, Markus Wheaton e Martavis Bryant. Per il
primo ormai gli aggettivi sono finiti. Le sue straordinarie qualità di
separazione dal corner, gli fanno guadagnare 189 yds in ricezione e 2 TD
alla miglior difesa della lega sul passing-game. Markus Wheaton è da definire
un giocare assolutamente ritrovato, nel suo ruolo da slot receiver corre e
riceve con disinvoltura in mezzo al campo manco fosse un Tight End, e sigla
touchdown (1) con sempre maggiore continuità. Bene anche Martavis Bryant che
riceve per 87 yds
ma droppa qualche pallone di troppo soprattutto nel primo tempo. Unica
incomprensione tra le 380
yds partite dal braccione del nostro QB, è il secondo
intercetto avvenuto a pochi minuti dal termine della partita. Sotto la costante
pressione del front seven degli ospiti, Big Ben, venuto fuori dalla tasca,
lancia un passaggio corto in direzione di DeAngelo Williams fuori dal backfield
per ricevere. Nonostante l’ex Panthers non sia un ricevitore e sia strettamente
marcato perfino da Wade Phillips (poco ci mancava), si vede arrivare un pallone
nella sua direzione facilmente intercettato da Brandon Marshall. A quel punto
chiunque l’avrebbe sparata fuori o più lontano possibile, ma Big Ben no e
questo errore, considerando la vantaggiosa posizione in campo per l’offense
avversaria, sarebbe potuto costare caro. Sul running-game invece, avevamo previsto che sarebbe stata una serata dura
e così e stato. DeAngelo Williams guadagna appena 26 yds in 14 portate
siglando il primo TD della gara su una corsa a ridosso della endzone. Ottima la
sua funzione invece sui blocchi che unita al solito lavoro sporco della O-Line,
ha limitato l’ottima pass-rush dei Broncos a 3 sack e poche hit al QB. Infine
lo special team. Nulla da dire al nostro cecchino Chris Boswell (a parte il
legno colpito a piede freddo), sempre più una sicurezza a cui fare affidamento,
mentre ho ancora in mente il tentativo di ritorno di Jordan Norwood su punt. Shamarko
Thomas dimentica la testa a casa oltre al pallone lasciandolo incustodito, così
che il PR degli ospiti non può fare altro che raccogliere involandosi in
endzone. Per fortuna nostra la l’offensive team di Denver ha pensato bene di
entrare in campo prima del dovuto, rendendo nulla la sgroppata di Norwood.