sabato 11 febbraio 2017

PITTSBURGH STEELERS SEASON RECAP

Alzi la mano chi al termine della week 10 sul record di 4-5, era convinto di giocarsi un Championship? Nessuno penso, me compreso! Proviamo quindi, ad analizzare l’annata degli Steelers ruolo per ruolo, cercando di trovare una spiegazione all’altalena di risultati che caratterizzano ogni campionato la squadra di Mike Tomlin.
Da tifoso, ho imparato che non so mai cosa aspettarmi ad ogni partita, e un team che insegue il desiderio di vincere il settimo Super Bowl, non ha questi alti e bassi, vince anche se non convince ed è sempre maledettamente concentrato su ogni azione e su ogni partita. Anche quest’anno, l’approccio ai match sulla carta più “semplici”, è stato totalmente negativo, sia per spirito che per valutazione tattica. Basti pensare ai match contro gli Eagles (week 3), contro i Dolphins (week 6) e ci metto anche quello contro i Ravens (week 9), per capire che vi sono stati dei grossi errori di interpretazione maturati in miserabili sconfitte, che hanno portato il team a dover inseguire con grande fatica e determinazione (va detto) i playoff nella seconda parte.
Il mio auspicio, visto soprattutto il calendario del prossimo anno (sulla carta più semplice), è che la squadra si giochi le partite sempre fino in fondo, con il desiderio di portare a casa il risultato a qualsiasi costo. Ogni partita dovrà essere affrontata come se fosse quella decisiva, altrimenti ogni anno saremo qui a parlare della stessa cosa…
Terminata la premessa, analizziamo il team ruolo per ruolo, terminando con qualche considerazione anche sul coaching staff.
Alti e bassi tra i Quarterbacks:
L’annata per i QB ha confermato che il team senza Ben Roethlisberger dietro al centro, parte con il 90% delle possibilità di perdere. La prova c’è stata anche quest’anno in fotocopia alla season 2015. Con l’ingresso in campo di Landry Jones in week 7 contro i Patriots che, nonostante abbia fatto una delle migliori partite della sua carriera, ha dimostrato quanto in questo sport sia determinante avere una figura di rilievo nel ruolo del Quarteback. I non molti snap giocati anche quest’anno, hanno confermato come Landry non sia a suo agio il quel ruolo, nonostante lo pratichi da diversi anni.
Tornando a Big Ben, si può dire che non sia stata una delle sue migliori stagioni, caratterizzate sempre dal rientro dagli infortuni. 3819 Yds lanciate per 29 Tds, 13 intercetti, non sono numeri che rispecchiamo a pieno le sue qualità; numeri avvenuti specialmente tra le mura dell’Heinz Field. La grossa differenza poi, tra i tentativi eseguiti rispetto ai completati, deriva da situazioni di recupero forzato dei match o da missili terra-aria scagliati per trovare sul profondo i ricevitori, come lui ama fare. Dalla sua va detto però (poi lo analizzeremo parlando dei WR), che il corpo di ricevitori di quest’anno era quello che era, pieno di giovani inesperti che non hanno fatto mancare tracce poco fluide e drop sanguinosi.
Citando brevemente quanto dichiarato da Ben in merito al suo ritiro, penso che sia stata una mera affermazione più per il disappunto e la delusione di non essere arrivato al SB, che per vera volontà di farlo. Nei prossimi mesi ne sapremo sicuramente di più, sperando di non dover rinunciare ad uno dei migliori QB nella storia degli Steelers.
Più che Runningbacks direi macina terra:
La season 2016 (playoffs inclusi) è stata la consacrazione del RB (a mio giudizio) attualmente più forte della lega. Nonostante rientrasse dal doppio infortunio al ginocchio tra 2015 e 2016, Le’Veon Bell ha danzato per tutta la stagione tra le linee di difesa avversarie, mostrando una forma fisica e mentale incredibile. L’essere attendista, lucido e paziente alle spalle della propria linea d’attacco, indugiando il giusto pertugio dove infilarsi, è stata la tattica per aprire in due il campo, per non parlare poi dei cambi di direzione al limite della fisica. Al suo ultimo anno di contratto da rookie, Le’Veon Bell ha fatto prestazioni davvero incredibili (1268 yds per 7 TDs) saltando le prime tre partite di RS per squalifica. Questo ha fatto generare voci anticipate sull’utilizzo del tag da parte del team in questa offseason, al fine di garantirsi ancora le sue prestazioni. Per gli amanti e i più appassionati, consiglio di rivedere il match in week 14 contro i Bills sotto la bufera di neve dove Bell al posto delle scarpette, aveva l’equivalente degli pneumatici invernali!
In ombra invece la stagione di DeAngelo Williams, complice più che altro le prestazioni di Bell. Bene come sempre quando chiamato in causa e in occasione delle prime tre giornate in campo da titolare.
Anche le altre “valide” alternative a roster (parlo solo di Toussaint), hanno risentito dell’enorme stagione di Bell, giocando davvero poco o perlopiù nei ritorni da kickoff. Il futuro di questi (metto anche Karlos Williams che nonostante la squalifica e la practice squad, freme per giocare), sarà determinata quantomeno nel 2017 sulla decisione di tenere Bell o meno, e qui la risposta pare davvero scontata.
Due parole infine, vanno spese anche per Roosvelt Nix, fullback moderno e abile bloccatore, insostituibile sia per Bell che per il gameplan di Haley.
Più sconosciuti che certezze tra i Wide Receiver:
Solito ricevitore in testa per statistiche e ricezioni è stato lo stratosferico Antonio Brown. Le parole di elogio per il ricevitore da Central Michigan, potrebbero davvero non finire mai! Quest’anno però a differenza delle passate season, gli avversari hanno avuto più occhi per lui essendo per gran parte della stagione, l’unica vera minaccia sul wideout a disposizione degli Steelers. Un dato che mette facilmente in risalto questa considerazione, sono i target al di la dei completati. Nel 2015, Big Ben aveva lanciato quasi 200 palloni nella sua direzione, mentre nel 2016 circa 50 in meno date le coperture. Non sono pochi se alla fine consideriamo le quasi 600 yds in meno ricevute quest’anno rispetto al 2015.
Le double-triple cover su AB però, hanno conseguentemente liberato altri giocatori come Eli Rogers o Cobi Hamilton che sono cresciuti esponenzialmente durante la stagione. Basti pensare che quest’ultimo, a distanza di tre anni dalla selezione al draft da parte dei Bengals, non aveva ancora debuttato in partite ufficiali, cambiando ben quattro maglie fino al suo approdo a Pittsburgh nel 2016. Negli Steelers ha collezionato 17 ricezioni per 234 yds e 2 TDs. Vero, nulla di eccezionale ma neanche buttare perché tutto fa brodo…
Eli Rogers (undrafted nel 2015) è stata la vera rivelazione tra i ricevitori di quest’anno e l’infortunio di Markus Wheaton, gli ha letteralmente spianato la strada verso il paradiso. Con 594 yds ricevute perlopiù su slant, si è dimostrato un ottimo ricevitore nello slot e sarà sicuramente utile in futuro per la rotazione.
Con Martavis Bryant fuori, questo doveva essere l’anno di Sammie Coates, ma diversamente dagli altri giovani, ha avuto un andamento decrescente complice gli infortuni del ginocchio prima e della mano poi. Le sue potenzialità sul profondo, hanno creato parecchi scompigli nelle difese ad inizio campionato, e la mancanza nella seconda parte, ha apportato sostanziali cambiamenti al gameplan di Todd Haley.
Altro grande atteso ma solito sfortunato è stato Heyward-Bey. Come per Coates, l’ex Raiders aveva dato ottimi segnali ad inizio campionato, ma il brutto infortunio alla caviglia gli ha condizionato il resto della stagione.
Non proprio quello che ci si aspettava dai Tight End:
Uno dei punti fondamentali della season appena conclusa, era quello di vedere come si sarebbe comportato l’attacco senza un certo Heath Miller. Jesse James, backup lo scorso anno e divenuto starter in questo, ha risposto alla grande dimostrandosi un gran bloccatore in primis ma anche un ottimo ricevitori nella middle zone oltre che in campo aperto. Per lui 338 yds ricevute, 3 Tds e 59 target, dimostrano quanto a Big Ben, non gli abbia fatto troppa differenza avere lui o Heath a sganciarsi dai blocchi (limitandone chiaramente il paragone). James è uno di quei giocatori che con la dedizione ed il duro lavoro, è cresciuto maggiormente nel corso del campionato, trasformando i clamorosi drop delle prime giornate, in strepitose ricezioni come quella nell’ultimo quarto del match contro i Ravens di week 15.
Diverso è invece il discorso per il suo compagno di ruolo Ladarius Green. Arrivato nel corso della scorsa free agency da San Diego, doveva essere il sostituto di Miller di 100% in TE spot, ma l’infortunio alla caviglia rimediato nel trainig camp e la pesante commozione celebrale di metà stagione, l’hanno limitato a sole tre apparizioni da titolare, dove non ha mancato di mettersi in mostra con ottime ricezioni. Da sano (si spera), sarà di vitale importanza il suo contributo per la prossima season, partendo dall’inizio e non come quest’anno dalla PUP list in week 6. L’ultimo TE per gerarchia è Xavier Grimble. L’ex 49ers ha svolto il lavoro sporco per la maggior parte del campionato, regalandosi anche qualche bella ricezioni come quella del TD in week 2 contro i Bengals.
Il solito muro dell’Offensive Line:
La linea offensiva ha svolto un grandissimo lavoro anche quest’anno e le statistiche di fine stagione parlano chiaro: secondi per sack concessi (21) sul pass, e ottavi per 1st down guadagnati sulle corse. Marcus Gilbert, Ramon Foster, Maurkice Pouncey, David Decastro e Alejandro Villanueva, sono il presente e il futuro della O-Line degli Steelers. Il netto salto di qualità fatto rispetto alla stagione 2015 comunque ottima, è stato il rientro di Pouncey. A detta di Big Ben “nulla mi da più sicurezza che avere Maurkice davanti”, e i risultati si sono visti sia in pass-protection che sulle corse, dove Bell ha trovato più guadagno sgusciando tra i blocchi delle guardie e del centro. L’ottima stagione della linea ha segnato inoltre, la convocazione al Pro Bowl per David DeCastro e Maurkice Pouncey, che hanno portato alto il nome del team AFC.
Tra i backup, buona la stagione di Chris Hubbard (tutto vero) e B.J. Finney, con quest’ultimo che è passato dall’essere undrafted nel 2015 (vi ricordate il video che girava nel web, dove il ragazzone scoppiò in lacrime per essere stato scelto dagli Steelers? Si era lui…), a ricoprire alla grande gli spot di guardia (dx/sx) e centro. Doveroso dire che dietro le indiscusse qualità di questi omoni, c’è la mente di Mike Munchak, Offensive line coach che dal 2014 ad oggi, è sempre riuscito a tirar fuori il meglio da ogni giocatore che stesse sotto la sua guida.
Dura la linea del Front-7:
Doveva essere l’anno delle sorprese sotto l’aspetto dei cambiamenti di modulo (3-4/4-3), e ciò è avvenuto solo ad inizio campionato. Cambiamento che per altro, aveva portato buoni effetti dettati dall’imprevedibilità del posizionamento nel saper leggere le situazioni di gioco da parte dell’offense avversaria. Questo profilo ibrido, si è mantenuto fino a che un pilastro come Cam Heyward era a disposizione del team, con lui e Jarvis Jones scalati in End spot, e Tuitt e Hargrave Tackle. L’infortunio del DE da Ohio State, ha fatto dirottare il team verso il classico 3-4 fisso senza più essere modificato, con Mathews prima e Walton dopo che hanno impiegato quasi 5 partite prima di ingranare con lo scacchiere difensivo. In mezzo tra questi, c’è stato sempre tutto l’anno, colui che sembrava un veterano ma che invece era un semplice rookie al suo primo anno tra i professionisti. Parlo di Javon Hargrave, colosso da South Carolina State che con il suo rendimento, si è preso il NT spot e non l’ha più lasciato (ruolo tra le altre cose, che ha ricoperto solo per meno di un anno al college, dove veniva maggiormente impiegato come DT). L’anno super di Hargrave, registra a tabellino 18 tackle, 2 sacks, un fumble TD riportato in endzone e tanta copertura sul running-game avversario. Tra gli altri End, da segnalare ancora un anno da protagonista per Stephon Tuitt, che tra un acciacco e l’altro, conferma di essere uno dei punti cardini della difesa futura degli Steelers.
Tra i Linebacker invece, vuoi per le variazioni di modulo di inizio anno con la conseguente assenza di pass-rush, vuoi che sull’outside c’era una coperta più che corta, il reparto ha iniziato a dare segni di vita solo con il rientro di Bud Dupree in week 11, costretto fin li ai box per il recupero post operazione all’inguine. Da li in poi, la pass-rush è salita enormemente di rendimento, dando più rotazione e le sei vittorie consecutive in regular season (più due nei playoffs), non sono un caso. Analizzando i componenti e già declamato il beneficio del ritorno di Dupree (4,5 sack e decine di QB hit in sole 6 partite), in questi giorni si sta parlando di un possibile rilascio per Jarvis Jones. La stagione per l’ex first round pick del 2013 da Georgia, è stata forse la peggiore da quando fu selezionato. Vero è che non è mai stato in uno stato di forma ottimale per colpa dei molteplici infortuni (spalla, polso, avambraccio), ma c’è da dire che neanche da sano in passato (vado a memoria), abbia mai entusiasmato o fatto parlare di se come una valida prima scelta assoluta. Ci sarà sicuramente tempo per analizzare la questione ma in caso di rilascio, checché si dica sui vari mal di pancia di alcuni giocatori, la prima scelta del prossimo draft ricadrà nuovamente su un Linecacker.
Accantonando comunque il draft e continuando con i LBs, è ufficiale, nel 2016 c’è stato un nuovo caso Benjamin Button. James Harrison a 38 anni suonati, ha giocato come se ne avesse 15 di meno, facendo registrare prestazioni davvero pazzesche. A chi sosteneva che non avesse nel fisico più di 30 snap a partita, ha risposto stando sempre in campo titolare da quando Jarvis Jones fu escluso per scelta tecnica, e più o meno siamo intorno a metà campionato. Da li in avanti contiamo 5 sacks, 39 tackle, 1 intercetto e 2 fumble forzati per un giocatore immenso che, nonostante gli anni, non finisce mai di stupire. Sempre sull’outside, tutto sommato sono state buone anche le stagioni di Arthur Moats e Anthony Chickillo, che hanno incrementato il loro rendimento da metà stagione unitamente al resto dei compagni di reparto.
Spostandoci sull’inside, il duo Lawrence Timmons e Ryan Shazier si è confermato tra i migliori della lega. Insieme hanno unito durezza, precisione, intelligenza tattica, con oltre 130 singoli placcaggi registrati e ben 5 intercetti di coppia. Le ottime prestazioni di quest’anno, hanno fatto guadagnare a Shazier la convocazione al Pro Bowl appena disputato, che a mio giudizio si sarebbe meritato anche Timmons. Tra i backup ILB, sempre presente Vince Williams (2 sacks) e in crescita anche Tyler Matakevich, che ha dato maggior sfogo al suo istinto di placcatore negli special team.
Verificando velocemente le statistiche complessive per team, notiamo come il reparto faccia sempre il suo lavoro sulle corse, chiudendo in 13ma posizione per yds concesse a differenza del passing-game che vedremo analizzando la secondaria.
Qualche passo avanti dai Defensive backs:
Dopo anni di umiliazioni, forse qualcuno ha ascoltato le mie preghiere rivolte al cambiamento, e, anche se devo esser sincero, non ho ancora finito di pregare… Dopo la doppia scoppla rimediata contro Philadelphia e Miami cui ci metto anche l’infortunio di Heyward che ha stravolto gli schemi sopra visti, sono spariti improvvisamente dal campo Robert Golden e William Gay, fatto salvo il rientro nelle partite seguenti di quest’ultimo come slot, negli schemi in Nickel sempre più utilizzati nel corso dell’anno ma mai del tutto efficienti. Al loro posto finalmente le prime due scelte dello scorso draft, ossia Artie Burns e Sean Davis e credetemi, erano anni che aspettavo un utilizzo così continuativo dei rookie nel settore dove regnava ormai da tempo il totale sconforto.
Partendo dal Cornerback proveniente da Miami, inizialmente ha faticato il cambio di passo tra college e NFL unito ad un carattere timido che nel suo ruolo non dovrebbe esistere. A differenza di come spesso accade però, il giovane ha ribaltato le critiche delle prime uscite, trovando continuità e un posto da titolare, vista anche l’evidente pochezza a disposizione nel roster. Le sue attitudini fisiche, uscite con il costante utilizzo, hanno delineato una buona capacità di copertura sul profondo con buone letture di gioco (vedi i 13 pass-deflet e i 3 intercetti), a discapito di scarse capacità sul corto-medio raggio nei cambi repentini di direzione sui TE in uscita dai blocchi o su slant dei ricevitori rapidi. Dalla sua beccheggia il fatto di essere giovane oltre ad essere intraprendente e sicuro dei propri mezzi.
L’altro giovane (Sean Davis) era la scelta che più mi aveva entusiasmato lo scorso draft, e tutto sommato non mi ero sbagliato. Il prodotto da Maryland ha saputo unire carattere, determinazione e puntualità, oltre ad essere un amante del blitz (1,5 sacks) più volte sottolineato dal suo DC Keith Butler. La cosa però che più mi ha lasciato stupito nel vederlo giocare, è stata la qualità del placcaggio che vedi solo tra i migliori veterani. Anch’esso in copia al discorso fatto per Burns, possiede una consapevolezza tale nei propri mezzi, che può permettersi di azzardare qualsiasi azione. Unica cosa, e se proprio vogliamo trovare il pelo nell’uovo, dico che talvolta dovrebbe tenere un po’ a bada il suo impeto, che nel corso della stagione ha causato diverse penalità. Ancor di più oggi a stagione conclusa (di questo ne sono fermamente convinto), dico che su questa coppia di giovani dovrà essere costruita la nuova secondaria degli Steelers.
Tornando all’analisi dei giocatori passiamo per Ross Cockrell, altro DB e altro oggetto misterioso dell’era Tomlin. Premetto che ne ho visti di molto peggio in questi anni, ma non mi capacito il perché aver preso Justin Gilbert se poi lo devi lasciare in panchina per fare spazio a uno come Cockrell! Mistero reso ancor più strambo con il recente taglio dell'ex Browns. Per non parlare di Willam Gay… Quest’anno si è visto chiaramente che pick-six è a fine carriera. Giocando nello slot, per cui devi possedere un atletismo incredibile, ha collezionato una miriade figure che han fatto calare vertiginosamente le sue quotazioni. Non dimentichiamoci che a roster abbiamo uno ball-hawk formidabile tormentato però dagli infortuni. Senquez Golson si spera possa essere arruolabile per il prossimo anno e quel punto un “ciaone” a uno tra Gay e Cockrell non glielo toglie nessuno.
L’altro componente in free safety spot è stato anche quest’anno Mike Mitchell. Qui si potrebbe aprire una discussione che non finisce più su chi lo vorrebbe tagliare e chi l’avrebbe addirittura voluto al Pro Bowl. Una cosa è certa… Mitchell è uno che non si tira mai indietro e che ci mette sempre tutto se stesso a favore del team, nel bene o nel male. Non mi sento pertanto di criticare un giocatore che ha quasi 30 anni e che per ovvie ragioni, è in fase di declino nella sua carriera. In copia alle stagioni passate, si è dimostrato un ruvido e puntuale placcatore sulle corse, che peccava però in zone cover e nelle letture sul passing-game, che ormai abbiamo capito non possedere. Una cosa è certa, ll futuro prossimo degli Steelers in FS si chiamerà ancora Mike Mitchell e i contrapposti, cui in parte mi ci metto anche io, dovranno farsene una ragione.
Anche qui e per chiudere il discorso sui DBs analizzando le statistiche per team, notiamo che sono stati fatti passi avanti rispetto al 2015 sul passing-game. 16mi per yds totali concesse (3882), rispetto alle 4350 del 2015 (30esimi).
Special Team, perché abbiamo uno special team?
Jordan Barry (punter), Chris Boswell (kicker) e Greg Warren (LS), sono gli unici che si salvano nell’annata appena trascorsa. Boswell soprattutto, è stato uno tra i migliori kicker della lega, siglando per due match il record personale e di franchigia (6 FG). Spesso e volentieri è stato in grado di togliere le castagne dal fuoco, come in occasione del divisional round vinto contro KC.
Il resto dei componenti non si è distinto per nulla partendo dai bloccatori passando per i ritornatori. Un'altra delle mie domande frequenti nel corso della stagione, mi sorgeva durante i ritorni da kickoff. Mi chiedevo come era possibile che non ci fosse nessuno meglio di Coates, Toussaint o Gilbert? Che invece di ritornare i palloni correvano al contrario… Demarcus Ayers autore di scorribande mozzafiato al college e selezionato nello scorso draft per ricoprire tale ruolo, ha combattuto per mezza stagione con un ernia inguinale che l’ha notevolmente limitato. La nota è stata resa pubblica dalla società solo a stagione terminata, quando il giocatore si è dovuto sottoporre all’intervento chirurgico. Speriamo a questo punto di vederlo al prossimo anno, perché nel football di oggi, i ritorni stanno diventando sempre più fondamentali.
Mike Tomlin & Co:
Come spesso è accaduto in questi anni, le critiche rivolte a Tomlin non sono mancate. D'altronde Mike, come ogni capo allenatore in NFL, ci mette spesso del suo tra play call incomprensibili, valutazioni di gioco sbagliate e passatemi anche un vigore che (non dico che non ci debba essere per carità!), spesso si dimostra contro producente al fine del risultato. Andando a memoria e senza dilungarmi troppo, vorrei ricordare giusto qualche episodio tra regular season e playoffs appena conclusi:
- La mancanza di saper gestire in ben quattro/cinque occasioni, la situazione sulla goal line avversaria e mi riferisco nello specifico ai match dei playoffs contro KC e New England.
- Come suddetto, la gestione di partite sulla carta “semplici”, con atteggiamento assolutamente rinunciatario, pensando di avere in tasca la vittoria ancor prima di iniziare a giocare.
- L’aver fatto giocare oltre il necessario giocatori imprescindibili come Big Ben, affidato punt inutili ad Antonio Brown, o snap startati da Le’Veon Bell con il risultato già scritto. Per non parlare poi delle linee di attacco e difesa oltre i linebacker. Capisco comunque la necessità di dover far scendere in campo qualcuno… ma quando decidi di far giocare tutta la partita Gilbert, DeCastro, Pouncey, Foster e Villanueva contro i Browns in week 16, oltre a Shazier e Timmons, non devi neanche dichiarare in conferenza che hai perso o giocato male per colpa delle assenze.
Detto questo vorrei precisare che non faccio parte di coloro che propende per il “fire Mike Tomlin”, ma neanche per i fermi sostenitori. Dopotutto in questi anni ha saputo dare carattere al team, superando il personale record di 100 vittorie da Head Coach con gli Steelers, oltre ad aver vinto un AFC Championship e un Super Bowl giocandone due.
Tra gli altri componenti della cricca dei Coach e già conclamato il lavoro di Mike Munchak sulla O-Line, possiamo finalmente dire che un anno di lavoro insieme, ha fatto produrre qualcosa di buono anche dal duo “Pluto” Keith Butler e Carnell Lake, Defensive back coach. Certo le scoperte dei giovani Burns e Davis hanno aiutato ad evitare l’ennesima disfatta, ma anche il lavoro svolto sul resto dei giocatori è da considerare tutto sommato buono considerando i componenti.
Bene anche Olsavski che ha confermato Shazier e Timmons come splendido duo, mentre ha faticato un po’ di più Porter con gli outside fino al rientro di Dupree.
Annata grandiosa per James Saxon con un super Le’Veon Bell ma anche di James Daniel, con l’enorme crescita fatta da Jesse James.
Richard Mann invece (WR coach), ha dovuto dare un entità ad un reparto falcidiato dagli infortuni e pieno di giovani. Il risultato finale è stato quello di saper valorizzare (nel limite delle loro qualità) Eli Rogers, Cobi Hamilton e Demarcus Ayers.
Tralasciando Fitcher (QBs coach), rimane Danny Smith, coach degli Special Team. Suddividendo kick return, punt return tra attacco e difesa, sinceramente non ci trovo nulla di buono nel lavoro svolto. Dal suo arrivo a Pittsburgh nel 2013, non ha mai dato la sensazione che il vento potesse cambiare. A Distanza di 4 anni è forse giunta l’ora di sostituirlo? A mio giudizio si…

sabato 12 novembre 2016

COWBOYS @ STEELERS: L'INTERVISTA DI TRUE BLUE BLOG

Questa settimana nostro gradito ospite, Fabio che scrive sul blog Steelers Italia, li potete trovare anche sulla loro pagina FB Pittsburgh Steelers Italia o seguire via Twitter @ItaliaSteelers. Buona lettura.
Ciao Fabio e benvenuto ! Partiamo con un breve riassunto di ciò che hanno raggranellato le due squadre fin qui: i Dallas Cowboys sono 7-1, e ne hanno vinte 7 di fila, i Pittsburgh Steelers sono 4-4, reduci da 3 L consecutive. Cosa ne pensi dei record di queste due squadre ?
Ciao ragazzi e grazie dell’’opportunità concessami. Premetto che nella preview stagionale che scrissi per Football Nation, pronosticai che tra i match più impegnativi c’era quello contro i Cowboys, che a dispetto dell’’iniziale incertezza dettata dall’’andamento dello scorso anno del team di Dallas, lo reputavo comunque difficoltoso quanto affascinante come una delle rivalità più antiche dell’’NFL. Partendo appunto dagli avversari, hanno dimostrato quanto di buono si può ottenere con i giusti innesti e con una mentalità vincente. Le 7 W consecutive, avvenute spesso con una disinvoltura disarmante, sono il frutto di una stabilità di gruppo che qualsiasi team pagherebbe per avere. Stabilità appunto che è mancata da parte nostra e con cui siamo abituati a conviverci da anni a questa parte. Il 4-4 con tre L consecutive, sono il frutto di molteplici problemi come infortuni, errori tecnici e spesso chiamate di gioco non adatte alla situazione. Inoltre, tra le sconfitte maturate nelle ultime 3 week, a dispetto di quello che si dica sull’’importanza di avere Big Ben in campo, reputo non adatto l’’atteggiamento dei match affrontati lontano dall’’Heinz Field. Disastroso il match contro Miami, migliore quello contro New England in casa con 60 % di backup in campo e di nuovo indecente quello fuori casa contro Baltimora, dove si è iniziato a giocare solo all’’inizio dell’ultimo quarto.
Adesso andiamo più sul tecnico e ci facciamo aiutare dalle stats ! Big Ben, Antonio Brown e LeVeon Bell, sono i 3 nomi che fanno tremare le gambe a qualsiasi difesa della Lega. Eppure, dopo una partenza a razzo nei primi tre incontri, la offense degli Steelers è totalmente average per quanto riguarda Points per game (16esima con 23 punti) e Yards per game (12esima con 360 yards), è nella top 10 nelle Pass Yards per game (al numero 8 con 264 yards) ed è una delle peggiori nel rushing game (25esima con 96 yards a partita). Si ritroverà ad affrontare una Defense che sta stupendo tutti, anche se stessa, che si ritrova invece in quasi tutte le stats nella top 10 (no, non scherzo) della Lega. 5a nei punti concessi (17.5 a partita), 10a nelle yards totali concesse  (332 a partita), 16esima nelle passing yards concesse ( 246 a partita) e 6a nelle rushing yards concesse (87 a partita). Ora, questo matchup, chi vede in vantaggio e, perché ? Come e dove Pittsburgh dovrà attaccare Dallas ?
Entrando nello specifico dell’’analisi e come da voi anticipato, avere Big Ben, Antonio Brown e Le’Veon Bell come armi offensive, farebbe tremare le gambe a qualsiasi team, ma se utilizzati a dovere e ultimamente è come se avessimo una Ferrari che non supera i 50Km/h…
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lunedì 26 settembre 2016

STEELERS - EAGLES RECAP

A mente lucida dicono che sia tutto più chiaro, ma soprattutto dicono che il tempo serva a far sbollire... Personalmente vi confido che a distanza di un giorno non trovo ancora una valida giustificazione alla disfatta di ieri, se poi alla fine vale la candela trovarla. Si perché non capisco con quale obbiettivo la squadra sia volata a Philly. Forse per un week-end fuori porta considerata la breve distanza? Bah, resta il fatto che a quel punto dare forfait o non presentarsi proprio, rendeva meno umiliante la sconfitta.

Una difesa non pervenuta
Difensivamente è stata forse la peggior performance degli ultimi 15 anni, non che quelle a cui siamo abituati siano migliori, ma chi segue partita per partita gli Steelers, non ha potuto fare a meno che provare un ribrezzo tale da esser tentati da spegnere il televisore già a metà partita. Nessuno si salva stavolta, davvero… il front seven sembrava quello del profondo rosso di 4-5 anni fa. Male sulle corse e zero pressione sul QB avversario, diventato fenomeno grazie alla troppa libertà di gioco. Wentz dalla sua ha trovato la strada spianata nelle praterie concesse dalla secondaria avversaria (ben 300 yds lanciate), come al solito troppo permissiva e poco concentrata sul match. Le mancanze tecniche oggettive e più volte sottolineate, sono state aggravate da un game plan non lontano da essere imbarazzante. Le chiamate sugli schemi, sono state più delle volte sbagliate e non adatte alla lettura della situazione. Se in un 3&2 avversario chiami una nickel per coprirti sul profondo, vuol dire la testa l’hai lasciata a casa e mi riferisco alla premiata ditta Butler-Tomlin. Poi mai un blitz chiamato, mai una conversione degli inside LB sul medio-lungo per coprire sul TE (contro di noi diventano tutti fuori classe) e poi ostinarsi a giocare a zona invece che a uomo mi manda in bestia. Vero che in cover-2 limiti i danni con un minimo di concentrazione, ma se vedi che ti infilano in ogni dove cambia, quantomeno per rendere più semplici le assegnature e non creare alibi. Ovviamente mi riferisco alla secondaria, cui ormai non vedo nessuna soluzione se non tagliarla per il 90% dei suoi componenti. Basta trovare scuse dicendo: Golden e scarso ma sta facendo bene quindi lo teniamo, Cockrell è meglio di Blake quindi lo teniamo; se questo deve essere il metro non otterremo nulla e staremo sempre qui a discuterne. Abbiamo dato troppo tempo a questi giocatori (parlo come se fossimo noi a decidere!) ed è arrivato il momento di prendersi la responsabilità delle proprie scelte. Hanno speso la 1st round pick per Artie Burns, fatelo giocare, la seconda per Sean Davis e fatelo giocare, tanto cosa abbiamo di meglio su cui puntare? Ad un certo punto poi, preso dalle molteplici imprecazioni durante il match, ho pensato che le mie parole fossero state ascoltate nel vedere in campo sia Burns che Davis, poi però sono tornato con i piedi per terra quanto ho realizzato che fossero li solo perché sia Golden che Cockrell sono usciti per infortunio. Purtroppo per quanto mi aspettassi, la situazione con i giovani in campo non è ne migliorata ne peggiorata, complice anche lo spirito non propositivo verso quale il match ormai si improntava. Certo è che l’eventuale inattività dei titolari nel match contro gli Chiefs, potrebbe consacrarli come farli sprofondare ancor di più nell’ombra e credetemi, aspetto con ansia il momento in cui un rookie si imponga (stile Marcus Peters per restare in clima KC) in una secondaria sgangherata come la nostra. Aggiungiamoci poi, in una serata nera sotto tutti gli aspetti, che ci sarà da considerare il grave infortunio allo stinco rimediato da Lawrence Timmons subito nel primo quarto, volato in ospedale per gli accertamenti del caso. Speriamo davvero che sia disponibile per il match contro KC, perché diversamente ci sarà da trattenere il fiato e pregare contro i giochi di corsa delle frecce del Kansas. Vi immaginate Chickillo contro Ware o Charles ? Mmm Cambiamo discorso che è meglio!


Attacco brutto e pasticcione

Ci tengo a dire prima di qualsiasi altra considerazione, che una prova sottotono non deve accantonare anni di alti livelli che ha prodotto un football qualitativamente eccellente. Indubbiamente dopo questa uscita andranno fatte le opportune valutazioni, ma non mi sento di dare addosso ai ragazzi di Coach Haley per una giornata storta, caratterizzata per lo più da infortuni o squalifiche. Detto questo, alla vigilia mai nessuno si sarebbe aspettato che la difesa di casa sarebbe stata in grado di tenere a soli tre punti l’attacco B&G, eppure è successo e questo servirà ad affrontare con meno sfrontatezza gli avversari. Dopo un primo drive che ha fatto ben sperare, Ben Roethliberger e compagni sono sprofondati insieme al tentativo di raddrizzare un passivo che aumentava ad ogni gioco avversario. Libero dai timori e conscio delle qualità in pass-protection della sua linea, il QB da Miami (OH) ha cercato di mantenere in partita (per quanto ha potuto) il team, ma l’uscita di Ramon Foster nel secondo quarto ha delineato ancor di più le sorti di un match già indirizzato dagli infortuni avvenuti in difesa. Da li in poi, la pass-rush di casa ha collezionato la bellezza di 6 sack e decine di hurry ai danni di Big Ben. Prima però, come detto, il tentativo di tornare in partita c’era stato con il rientrante Markus Wheaton, autore di due drop colossali in endzone che avrebbero, a mio avviso, cambiato le sorti del match. Dal terzo quarto in poi con Eli Rodgers out e Antonio Brown osservato speciale, Ben si è spesso affidato a Jesse James sul corto-medio raggio, ma con poca precisione data dalla costante pressione del front-seven avversario. Sul nostro WR1, Jenkins si è francobollato dall’inizio alla fine del match, coadiuvato dagli altri membri della secondaria di casa. Nonostante questo, AB ha collezionato le solite 140 yds che sta volta però, non sono servite per vincere la partita. In WR2 Sammie Coates, si è contraddistinto in solo una giocata che ha rimarcato le sue doti fisiche con una catch in doppia copertura. Anche DeAngelo Williams è parso da subito in difficoltà contro la linea avversaria, che anche settimana scorsa aveva messo in mostra la sua solidità contro Langford e compagni. Con l’uscita di Foster poi (abilissimo nei blocchi), le portate per l’ex Panthers sono state del tutto eliminate. Anche qui, come per la difesa, alcune chiamate le ho reputate dubbie poco coraggiose e mi sono tornati in mente i fantasmi dello scorso anno (sconfitta nel primo match di regular contro i Ravens e i FG sbagliati da Scobee). Sotto di 20 punti alla fine del terzo quarto e non giocare un 4&2 a metà campo, mi fa imprecare a più non posso! Vabè ormai è acqua passata e la testa da domani sarà già verso Kansas City. Da domani giuro, perché oggi me lo prendo ancora per pensare…



martedì 13 settembre 2016

SEASON 2016 PREVIEW

Ci siamo finalmente!!! La stagione 2016 è alle porte e si aprirà Lunedì notte (ore 1.10 italiana) contro i Washington Redskins. Come ogni anno in questo periodo, ci troviamo assaliti dai quesiti su come sarà la stagione della squadra e se finalmente riusciremo ad arrivare al tanto agognato settimo Super Bowl. Detto francamente da tifoso e da realista, penso che dovranno passare almeno un paio di stagioni, utili per inserire alcuni innesti doverosi. Il team ancora ad aggi, presenta delle vere e proprie voragini in alcuni reparti, che la dirigenza (a mio giudizio), pare sempre non propensa a non voler sistemare con adeguatezza. Certo è che i recenti record maturati contro le aspettative (soprattutto quello dello scorso anno considerata la difficoltà del calendario), non hanno mai posizionato bene il team in ottica draft con una scelta alta, che avrebbe di sicuro fatto comodo per tappare qualche buco fondamentale. Ma pensieri personali a parte, analizziamo i vari settori con i possibili starter e azzardando anche un record finale (per quanto possa essere ad oggi avventato).

Attacco
Anche quest’anno ci si aspetta parecchio da uno dei reparti più forti nella lega. Al timone ci sarà il solito Ben Roethliberger, cui è bastata solo una partita in preseason per far capire che anche quest’anno c’è, ed è più che intenzionato a ripetersi. Per il QB da Miami (Ohio), sarà fondamentale non subire infortuni perché in backup ci sarà il solito Landry “intercetto” Jones, cui le speranze di risveglio sono ormai terminate. Sarà interessante invece nel caso avvenga, vedere all’opera il nuovo arrivato Zach Mattenberger, che dovrà dare sfoggio al suo istinto compensando la poca familiarità del playbook targato coach Haley. Nel backfield, la certezza di nome DeAngelo Williams avrà il compito di sostituire Le’Veon Bell per le prime tre giornate, squalificato come lo scorso anno e recidivo a non presentarsi ai test antidroga…. Sempre sul gioco di corse e nei guadagni di poche yarde, potrà avere anche spazio il duo Richardson, Toussaint, che in preseason non ha fatto per niente male. Sul wideout ci sarà il solito (fantastico) Antonio Brown, fresco di adeguamento e prossimo alla firma del prolungamento. Dalla parte opposta del campo in WR2, confermata la squalifica per un anno all’altro genio con il #10 sulle spalle, ci sarà una vera e propria battaglia per un posto da titolare tra Sammie Coates e Darrius Heyward-Bey. In vantaggio a parer mio il secondo, che trova più consensi tra il coaching-staff e da Big Ben stesso. In backup la battaglia sarà ferrata con lo sbalordente Eli Rodgers, in notevole salita dopo il training-camp e la preseason. Sullo slot invece, il posto è ben saldo in mano a Markus Wheaton che tra una “slant” ed una “in”, sembra aver trovato la sua dimensione sgattaiolando abilmente in mezzo al campo. Con il mitico Heath Miller ritirato, la vera novità in ricezione di quest’anno sarà in Tight end spot, con Jesse James starter al 99% dopo il “caso” Ladarius Green. Il TE in arrivo da San Diego (attualmente in Pup List), è stato il flop di questa Free Agency, prelevato con una caviglia malandata e una serie di mal di testa continui che gli han fatto valutare perfino il ritiro. Tornando al prodotto da Penn State e già venerate le sue qualità in campo aperto, sarà interessante tastare l’ abilità in pass-protection e sui blocchi nel running-game. L’O-Line invece quest’anno, ritrova uno dei migliori Centri in circolazione: Maurkice Pouncey. Sostituito alla grande lo scorso anno da Cody Wallace (bisogna dirlo), Pouncey tornerà finalmente nel 2016 a guidare la linea fornendo quella classe a servizio della squadra, che lo scorso anno a tratti è mancata. Il resto della Linea resta pressoché la stessa: da sinistra a destra Villanueva (LT), Foster (LG), DeCastro (RG – rinnovato di recente per 5 anni), Gilbert (RT) con quest’ultimo in dubbio sulla partita di Lunedì p.v. a causa dell’infortunio rimediato in preseason contro i Saints. Il rientro di Pouncey inoltre, allunga la coperta in depth retrocedendo Cody Wallace, abile nel ricoprire praticamente tutti i ruoli tranne in LT, dove vi è in agguato Ryan Harris, pronto a prendersi un posto da titolare dopo aver vinto lo scorso anno il SB con i Broncos.


Difesa
“Dovremo cercare di migliorarci e di crescere sempre di più anno dopo anno” sono le motivazioni principali con cui il nostro “Pluto” Keith Butler intende attraversare la stagione 2016. Altresì da parte nostra, ci attendiamo quanto prima che il reparto possa tornare ad essere quello di un tempo, ma come detto in capo, ci sarà da attendere ancora qualche anno. Partendo da quanto di meglio disponiamo, il front seven arriva da un 2015 in crescendo e nonostante qualche perdita importante, ci sarà da attendersi un'altra stagione super, sia in fase di pressione che nel contenimento sulle corse. Daniel McCullers è il maggior indiziato a ricoprire l’NT spot rimasto orfano di McLendon e date le attitudini del cucciolone, potremmo perfino guadagnarci in prospettiva futura sulla sua crescita. Di recente però, complice un training-camp ed una preseason spumeggiante, Javon Hargrave (DT 4-3 rookie da South Carolina State) potrebbe guadagnare in breve tempo, un posto fondamentale nello scacchiere del nostro DC, rischiando nel contempo di stravolgere una 3-4 ormai collaudata. Inoltre l’inversione in 4-3, farebbe risaltare le doti di un altro giovanissimo draftato lo scorso anno: Letterius Walton, più abile in run stop che in pass-rush. Salvo cambi improvvisi e valutazioni varie, la 3-4 andrà per la maggiore dove in DE i soliti splenditi Cameron Heyward e Stephon Tuitt saranno supportati dalla linea a 4 di Linebacker: Moats, Shazier, Timmons e Jones, con Jarvis sostituto obbligato di Bud Dupree parcheggiato di recente in IR List. Pronti in backup, Chickillo, Matakevich (dirty red mi fa impazzire!), Johnson e Vince Williams rinnovato di recente per altri 4 anni. Finisce in pratice squad invece Travis Feeney, altra scelta discutibile dell’ultimo draft. Spostandoci sui DB, non si può che pregare che quest’anno sia meglio dello scorso. Sarebbe difficile del resto ripetere uno scempio tale sul passing-game e la perdita di Antwon Blake (volato a Nashville) non può che giovare. Al suo posto è stato promosso starter Ross Cockrell, che male non ha fatto lo scorso anno nelle poche occasioni avute. Dalla parte opposta stazionerà il solito William Gay che ormai si è guadagnato buona fiducia da parte dell’ambiente. Basta pensare che fino a tre anni fa chiunque avrebbe preferito vederlo in panchina e ora detiene il maggior numero di pick-six nella storia degli Steelers, oltre ad essere stato nel 2015 uno dei migliori in pass coverage dell’intera lega. Ad insidiarli dalla panchina ci saranno il giovane 1st round pick del 2016 Artie Burns (personalmente non l’ho visto benissimo in preseason, ma avrà modo di rifarsi) e il neo acquisto Justin Gilbert, arrivato via trade da Cleveland in cambio di una “stupidata” (6^ round draft del 2018) dettosi entusiasta di vestire la maglia black & gold. In Safety spot sul lato forte, Robert Golden ha guadagnato il posto da starter con il rilascio di Will Allen ma ci scommetterei poco con Jordan Dangerfield dietro a suonare la carica. Il “pazzo” (non trovo altro termine per definirlo) sta dimostrando di essere degno di una maglia da titolare, attestando disciplina tattica e cattiveria agonistica stimata per il suo ruolo. In FS pronto il solito Mike Mitchell, reduce da un ottimo 2015 e giocatore fondamentale a detta di Mike Tomlin. Salvo imprevisti, sarà dura vedere in campo Sean Davis per non parlare di Shamarko Thomas sempre più in fondo nelle gerarchie.


Special Team
Giusto due parole su uno dei reparti che più ha faticato lo scorso anno. Jordan Barry sarà chiamato a punt migliori e Chris Boswell dovrà cercare di confermare quanto di buono fatto dal suo arrivo. Come PR vi sarà ancora Antonio Brown e non so voi, ma ad ogni tentativo prego non gli accada nulla. Stesso discorso per chi va al macello, cioè Markus Wheaton in KR. A tal proposito era stato draftato Demarcus Ayers ma è finito in men che non si dica in pratice squad. Per il giovane in arrivo da Houston nell’ultimo draft, spero gli sia data un ulteriore chance per ripetere quanto di buono fatto negli anni del college. 


Pronostico
Come detto, complice troppe le lacune soprattutto in secondaria, siamo ancora lontani da essere competitivi contro team che, come New England o Carolina ad esempio, considero di un gradino superiore. D’altro canto però, questi Steelers ci hanno sempre dimostrato di saper uscire al meglio dalle situazioni più difficili e con tutte le difficoltà potremmo perfino trovarci a giocare per il gradino più alto del podio. Il mio personale pronostico sul record finale è di 12-4 (regular season), in quanto reputo sempre difficili e incerti gli scontri divisionali contro Baltimora e Cincinnati oltre ai match contro New England e Dallas. Non ci resta che aspettare con ansia Lunedì notte, augurando una buona stagione a tutti i tifosi black & gold… Here We Go Steelers!


giovedì 5 maggio 2016

VALUTAZIONI POST DRAFT

Ci siamo finalmente… Dopo mesi trascorsi a ipotizzare le varie scelte de nostri Steelers, è arrivato il grande giorno. La necessità di inserire un Cornerback a roster come prima scelta assoluta, veniva prima di qualsiasi altra valutazione sui vari spot ritenuti in carenza, e la classe di prospetti presentata quest’anno, non poteva essere meglio fornita. Con il trascorrere del tempo, nomi come Ramsey, Hargreaves e Apple per il quale il team riponeva la sua scelta, si sentivano chiamare da Roger Goodell quale selezione dei team con chiamate precedenti alla nostra. Arrivati alla pick 24, anche i cari Cincinnati Bengals selezionano un CB (per una need che francamente non conoscevo) e la scelta è William Jackson III che Mike Colbert &Co, pensavano di aver già in cassaforte. In quella situazione io stesso avrei virato su una Safety (vista la qualità di reparto) oppure su Kendall Fuller, ma probabilmente i guai fisici non ancora smaltiti dal talento da Virginia Tech non hanno convinto in pieno il team. Passano i quasi dieci minuti canonici alla selezione e da li a poco sapevo di potermi aspettare di tutto…. Esce in passerella l’uomo più fischiato della storia con il fogliettino in mano e: “With the twenty-fifth pick of the 2016 NFL Draft, the Pittsburgh Steelers select: Artie Burns, CB Miami. Silenzio totale…

1st pick – primo round (25 overall – Artie Burns, CB Miami Hurricanes)
C’ho messo almeno due minuti per riprendermi lo ammetto… Artie Burns non era proprio il tipo di giocatore che mi aspettavo, non tanto per le sue qualità, più che altro (arrivati a quel punto con tutte le scelte andate) mi aspettavo il solito Linebacker, con il quale il team da parecchi anni ripiegava. Lo sbalordimento nel sentire il suo nome, veniva anche dalla perplessità di aver sentito almeno una ventina di CB in questi mesi accostati agli Steelers, e lui probabilmente, solo di sfuggita. Con questo non voglio dire che Burns non sia degno di essere un primo round ma di certo non è uno di quei nomi “sexy”, per il quale da domani puoi pensare in grande. Ma torniamo al Burns giocatore che ormai questo conta… A livello fisico, si può dire che il prodotto da Miami non abbia niente da invidiare ai suoi compagni di reparto. 6’0” per 193 Lbs e dispone di due mani da cestista che gli han permesso ben 6 intercetti nella stagione passata. E’ un corner rapido e veloce nei recuperi di posizione e al pro day ha lasciato tutti di stucco per la sua progressione. Il passato da atleta parla chiaro, dove con le sue doti, ha vinto praticamente tutto in ambito collegiale sulla pista, fino a che non ha deciso di giocare a football riscuotendo sempre più appeal con il trascorrere del tempo. Come detto, possiede doti atletiche fantastiche e riesce mischiarle con un impeto aggressivo che non disdegna mai il contatto fisico. Predilige giocare in una cover a uomo piuttosto che a zona, il che va contro ad una prerogativa di gioco che gli Steelers per necessità, hanno sempre favorito. Sicuramente dovrà adattarsi e avrà tutto il tempo necessario per studiarsi a pieno il playbook difensivo. Tecnicamente ci sarà molto da lavorare e prevedo che difficilmente potrà dare subito un forte contributo al team. Qui a mio parere c’è un enorme potenziale che verrà sicuramente sfruttato affinando le lacune, per ora non disperiamo…

Draft grade B-: Non proprio quello che mi aspettavo, ma son convinto che con il passare tempo, il team saprà valorizzare le sue enormi qualità atletiche.

2nd pick – secondo round (58 overall – Sean Davis, Safety Maryland Terrapins)
Con la seconda scelta, il team seleziona Sean Davis, Safety da Maryland. La scelta è stata rapida andando sul sicuro con il giovane, che data la sua duttilità di ruolo, saprà coprire tutti gli spot in DB in caso di necessità. Safety come ruolo primario e buon Cornerback all’occorrenza, ruolo che ha ricoperto per la maggior parte degli snap giocati nel 2015. Vero è che il talentuoso Su’a Cravens era libero e sarebbe stato il top a quel punto ma credetemi, Sean Davis attualmente, serve di più per allungare una coperta in depth che vede solo Mike Mitchell e Robert Golden sotto contratto (Shamarko Thomas mi spiace davvero, non lo considero più). Davis parla inglese, francese, cinese e la lingua del dolore… per gli avversari! Duro, fisico, forte, non lascia quasi mai scampo a chi presidia la sua zona. Prepariamoci a vederlo in coppia con il solido Mike Mitchell, in quello che può tornare ad essere un duo di Safety che hai paura di affrontare.  La sua irruenza però, spesso gli è costata cara. Soprattutto lo scorso anno nel ruolo di corner back, dove ha steccato parecchi placcaggi e intuito male diverse giocate per colpa del troppo impeto. Come detto, il ruolo primario di impiego sarà in Safety spot quindi le sue non ottimali capacità di copertura mostrate come CB, verranno a meno. Uno dei migliori prospetti dell’FBS per impatto e durezza, è arrivato in casa Steelers e personalmente, non vedo l’ora di vederlo all’opera.

Draft grade A-: Con Karl Joseph selezionato, la mie personali scelte in ambito Safety erano lui e Von Bell. Sono felice della scelta, Ottima pick!

3rd pick – terzo round (89 overall – Javon Hargrave, DT South Carolina State)
Con la perdita di Steve McLendon e non la completa affidabilità riposta verso Daniel McCullers, la scelta un DT/NT in questo draft era pressoché scontata. Il terzo round, viene speso per Javon Hargrave detto “Gravedigger”, prodotto interessantissimo da South Carolina State (FCS) e che nel corso dei suoi anni nel college, ha dato dimostrazione di essere un avversario temuto da tutti i QB che lo affrontavano. A dispetto della mole imponente (309 Lbs) è agile e scattante pari ad un LB e i 4,93 secondi registrati alle combine (40 yds dash), ne sono la dimostrazione. Come detto, grazie alla sua rapidità, riesce a raggirare velocemente la marcature delle guardie e nel 2015, ha collezionato la bellezza di 13,5 sack che per un DT non sono pochi. Senza dubbio, l’atro punto di forza fondamentale è il suo fisico roccioso, che con il baricentro basso, riesce ad essere esplosivo sin dai primi istanti dello snap risultando per il maggiore dei casi incontenibile. Spesso però si fida troppo dei suoi mezzi atletici, cedendo in normali raddoppi che con una tecnica maggiore saprebbe gestire meglio. Sicuramente Tomlin &Co dovranno lavorare parecchio su di lui per renderlo pro-ready e dalla nostra, non dovremo avere che pazienza perché anche qui, le qualità non mancano. L’unico neo che faccio fatica a non vedere, è la disposizione tattica per il quale il ragazzone ha giocato per tre anni di college come DT interno in una 4-3, con la propensione per la pass-rush più che per il contenimento e negli Steelers attuali, il suo impiego al posto di McLendon vorrebbe dire limitare le sue attitudini. Chiaro anche che in nostro “pluto” Keith Butler, di recente si espresso favorevole nel variare la 3-4 in una 4-3 ibrida (lo penso ancor di più dopo l’arrivo di Ricardo Mathews da San Diego), e qui il nostro Hargreve andrebbe a nozze.

Draft grade B+: Questa è stata una scelta eccellente da parte di Colbert e Tomlin. La perdita di McLendon è stata riempita con un ottimo e davvero crudo atleta difensivo, pronto a mostrare le sue abilità uniche.

4th pick – quarto round (123 overall – Jerald Hawkins, OT LSU)
Con l’arrivo di Ryan Harris in free agency e la selezione di Jerald Hawkins, abbiamo finalmente detto addio a Mike Adams! (scusatemi ma non vedevo l’ora di dirlo…) Con la selezione del Junior da LSU, gli Steelers hanno sentito la necessità di allungare la coperta ad una linea offensiva a questo punto davvero niente male… Villanueva, Gilbert, Harris e appunto Hawkins, saranno coloro che forniranno la protezione necessaria Roethlisberger, con la speranza di non far rimpiangere troppo Kelvin Beachum accasato a Jacksonville. Tornando alla nostra scelta, Jerald Hawkins proviene da LSU, e già questo dovrebbe bastare per chiudere il discorso dubbi. Nei suoi anni nel college ha prediletto la posizione di RT opposto a La’el Collins, fino alla stagione 2015, quando è entrato in possesso dello spot lasciato libero dal fenomeno finito a Dallas lo scorso draft. Longilineo, forte e abile su entrambi i lati, Hawkins ha una rapidità nelle movenze laterali necessarie per affrontare qualsiasi tipo avversario gli capiti di fronte. Per dirne una, una dei DE più in voga del draft A’Shawn Robinson, è stato praticamente annullato dal nostro Jerald durante il match LSU-Alabama. Tra le debolezze, non si può fare a meno di vedere che nel maggiore dei casi, regala il primo secondo dello snap all’avversario, dovendo poi recuperare facendo lavorare il doppio le ginocchia nella torsione. Talvolta risulta dominante contro i DE, ma fatica un pò contro i LB rapidi e scattanti. Sarà interessante vedere cosa riuscirà a tirare fuori sotto la guida di Mike Munchak.

Draft grade C+: Anche qui ottima scelta in un draft che quest’anno pullulava di uomini di linea offensiva davvero eccellenti.

5th pick – sesto round compensatory (220 overall – Travis Feeney, LB Washington Huskies)
E anche in questa edizione del draft, il Linebacker è arrivato… Travis Feeney è il nome che Colbert più di tutti ha voluto alla sua corte, e la redazione del giovane talento da Washington andrà ad a dare profondità ad un reparto che per quanto abbia fatto bene lo scorso anno, necessitava nuovi innesti. Feeney è il classico LB tutto fare, che ha ricoperto sia il fonte outside che l’inside durante i suoi anni nel college. Nato come strong Safety, viene spostato nel corso degli anni a Linebacker data la sua esplosività di gambe e il suo primo passo fulmineo, oltre ad una propensa precisione nel placcaggio. Superata la concorrenza del 2013-2014 con Hau'oil Kiahaha, nel 2015 ha trovato la strada spianata dove ha messo insieme statistiche da giocatore fenomenale, fino a diventare capitano della difesa. Fisicamente e anche per movenze, ricorda il fantastico Ryan Shazier, magro, longilineo e super veloce nei recuperi. Per gli esperti, il ruolo a lui più congeniale (per tecnica, velocità e corporatura) è Will in una 4-3 e negli Steelers attuali, lo vedo alla grande a fianco ad un maestro come Lawrence Timmons, in una 3-4 sempre più ibrida e di bella prospettiva. Come detto, prevedo un maggiore utilizzo del “lungo” da Washington come ILB e nel caso venga utilizzato come esterno, dovrà necessariamente aumentare la sua corporatura. In ultimo, mette un forte dubbio la sua situazione fisica per il quale i numerosi interventi ad entrambe le spalle a dispetto della giovane età, non garantiscono il totale affidamento.

Draft grade B-: Buona pick da utilizzare in ILB spot in supporto a Shazier e Timmons, spero proprio di non vederlo OLB a dispetto della duttilità.

6th pick – settimo round (229 overall – DeMarcus Ayers, WR Houston Cougars)
Questa presa al settimo round è un autentica steal! Attenzione qui firmo e sottoscrivo… Dal almeno due anni a questa parte, DeMarus Ayers è uno dei migliori ritornatori dell’intera FBS! Nato come Runningback (cui ha seguito il recruit dall’high school), diventa slot receiver nei tre anni di college date le sue dimensioni (5’9” per 182 Lbs) possedendo dalla sua, mani acchiappa tutto pur non disponendo delle classiche “palette” da ricevitore. Giocatore duttile in grado di ritornare, giocare nello slot ed seguire alla grande schemi come bubble screen, quick out e l’effetto sorprese della reverse. Appena entra in possesso dell’ovale (soprattutto nei ritorni), sembra calcolare nel giro di pochi secondi le traiettorie giuste da percorrere, sgusciando via e seminando il panico tra gli avversari costretti a ripiegare. A volte però (da WR), è proprio la sua stazza a metterlo in difficoltà, soprattutto contro Cornerback duri e che sfruttano il fisico sin dai primi istanti dello snap. Per diventare competitivo tra i pro, dovrà acquisire la malizia giusta che solo l’esperienza ti può dare. A parer mio, la sua scelta sta a metà tra il problema squalifica di Martavis Bryant e la necessità di inserire a roster un valido ritornatore, per evitare di mandare al macello Markus Wheaton piuttosto che Antonio Brown. Per la giovane scheggia da Houston, il rookie mini camp ma soprattutto la preseason, saranno fondamentali per mettersi in mostra e guadagnarsi un posto nei 53.

Draft grade B: Altra need ricoperta egregiamente con un talento che bisognerà saper far crescere.

7th pick – settimo round (246 overall – Tyler Matakevich, OLB Temple)
Fresco vincitore dell’ambito premio Bronko Nagurki Trophy, che ha visto trionfare negli anni precedenti, giocatori del calibro di Charles Woodson, Terrell Suggs, Ndamukong Suh e Luke Kuechly, Tyler Matakevich viene selezionato come ultima pick del draft 2016. Autore di un quadriennio al college a dir poco fenomenale: tre volte first team AAC Conference, 100 e più tackle completati ogni anno, per un totale di quasi 500 in carriera. Autentico leader difensivo e punto di riferimento per i compagni, con la capacità di prendere in mano la difesa anche nelle situazioni più critiche. Fisicamente non eccelle quasi per nulla come pro-ready (6’0” per 238 Lbs), ma possiede un baricentro basso difficile da contendere per gli omoni in linea d’attacco. Tatticamente è un giocatore intelligente (tranne quando decide che deve per forza mettere statistiche a tabellino), con un ottima abilità nel placcaggio in run-block. Ha militato per lo più come Will nella 4-3 e a Pittsburgh, darà presumibilmente rotazione a Harrison, Moats, Dupree e Jones in 3-4. Come detto, il suo fisico (soprattutto l’altezza) può risultare davvero un grosso problema in NFL, con il rischio anche di sovrappeso per l’effetto opposto, nel caso aumentasse troppo di volume. Qui a differenza delle scelte precedenti a livello di potenziale, Matakevich è un giocatore fisicamente fatto e finito, e che potrà diventare un buon innesto crescendo sotto il profilo tattico.

Draft grade C+: Buona pick per essere un settimo giro, ma le sue doti fisiche mi lasciano parecchio perplesso su quanto possa imporsi in NFL.

Udfa signings:
(DL) Jonny Maxey, Miami (Fla.)
(LB) Tyriq McCord, Duke
(P) Will Monday, Florida State
(DL) Giorgio Newberry, Colorado
(RB) Christian Powell, Georgia
(TE) Jay Rome, N.C. State
(OL) Quinton Schooley, Virginia
(WR) Canaan Severin, Jacksonville State
(DL) Devaunte Sigler, Jacksonville State

Considerazioni finali: Terminata anche questa edizione, lo possiamo ripetere ancora una volta: “E’ stato il solito draft degli Steelers!” Anche quest’anno la società ha improntato le sue scelte cercando di rinforzare un telaio già ben fornito, inserendo ottimi innesti che da subito potranno dire la loro sul campo. Appuntamento con il rookie mini camp di questo fine settimana per ammirare sul campo le nostre scelte.


sabato 19 marzo 2016

FREE AGENCY 2016 – QUALCHE CONSIDERAZIONE

Anno nuovo film già visto… Giocatori importanti da confermare e altri da eliminare, leggende che ci lasciano e contratti da gestire per colpa del “cap” ormai saturo da tempi immemori. Intanto però, è finita la telenovela che ci ha accompagnato in queste settimane che ha portato alla firma di Kelvin Beachum (Jaguars) e Steve McLendon con i Jets, e da oggi ufficialmente, cominciamo a porci le solite domande... Il possibile sostituto in depth come LT sarebbe stato individuato in Ryan Harris, giocatore esperto e fresco vincitore del SB con i Broncos. Il ragazzone si giocherà un posto da titolare con Villanueva o diversamente verrà utilizzato come RT dove ha garantito maggiore sicurezza l'anno passato. In D-Line la situazione pare meno chiara... Di recente si è parlato anche di un cambio di modulo, passando da una 3-4 base ad una 4-3 che, giocatori versatili come Heyward e Tuitt, non avrebbero problemi a ricoprire. Personalmente la vedo un mossa azzardata e non adatta all’attuale momento in cui la linea a tre si trova. E’ vero che non ci sarà più McLendon a disposizione ma stravolgere quanto è stato appreso in questi anni di utilizzo, lo trovo davvero controproducente. Se si deciderà di virare verso quello che non mi auguro, sarà interessante vedere come si muoverà il front office, cercando di inserire qualche volto nuovo tra free agency o draft. Qualora invece si mantenga la tanto amata 3-4 dell’ex DC LeBeau, verrà affidato a McCullers il ruolo di NT, anche se c’è da dire che ad oggi, assicura ben poco. Tante domande ancora sul fronte difensivo, specialmente sul punto debole del reparto, la secondaria. La firma di Robert Golden indica poco o nulla, se non riconfermare un buon backup meglio utilizzabile come special teamer. Urge sistemare al più presto un settore (safety) che nel 2015 è stato condotto come meglio poteva e nel limite delle sue doti, dal solo Mike Mitchell. La possibilità c’era, ed era più che concreta visto l’iniziale avvicinamento del team e la ferma volontà dei tifosi nel vedere Eric Weddle con la maglia degli Steelers. Purtroppo l’ex Chargers, dopo una giornata a girovagare tra i front office dei vari team interessati, ha pensato bene di firmare un contratto con i rivali di Baltimora e che presumibilmente lo condurrà fino al termine della sua carriera. Poco male però sul fronte economico, viste le cifre dei termini e le ristrette possibilità di “cap” a disposizione con cui il team è costretto a fare i conti da anni. A questo punto, a patto di clamorosi colpi di scena da qui al prossimo Aprile, la scelta di Su’a Cravens (S/LB) nel primo giro del prossimo draft sembra la più logica. Sempre tra i DB, la riconferma di pick-six man William Gay per i prossimi tre anni, era tanto necessaria quanto scontata. Inutile dire che anche qui navighiamo in acque scure dove il mistero di Brandon Boykin, tiene banco ormai dalla week 2 contro San Francisco. Ancora ad oggi, non è ancora ben noto il perché del suo limitato utilizzo nella stagione passata. E’ bene ricordarsi forse, che il suo impiego era legato ad una pick del draft in ragione degli snap giocati. Ma vista la pochezza generale (per non dire altro), perché privarsi di un giocatore con le sue qualità al fine di perdere un quinto giro piuttosto che un sesto? Di sicuro avrebbe fatto meno danni di Antwon Blake, e questo lo sanno anche Tomlin & co. Altra domanda che probabilmente solo io mi sono posto… Conoscendo le attitudini di quest’ultimo (Blake), per cui fisico, irruenza, forza, temperamento e aggressività sono state le uniche cose piacevoli nel vederlo in campo nel 2015, perché non spostarlo a Strong Safety?!, lasciando il free spot all’ottimo Mitchell. In questo ruolo, alternato con il “buon” Will Allen, avrebbe allungato la coperta in depth, guadagnando anche un rifiato generale. Comunque non ci penso più… Blake è un nuovo giocatore dei Titans da qualche giorno e sinceramente non sentirò la sua mancanza! Considerazione personale a parte e rimanendo sempre sui corner, ricordiamoci che l’anno scorso è stato selezionato Golson al secondo giro e che di fatto quest’anno, acutizzato il fastidio alla spalla con l’operazione, potrà dire la sua sul campo. Sempre sul fronte difensivo, di recente anche Sean Spence ha salutato i compagni per accasarsi a Nashville e Terence Garvin , ha firmato con i Redskins. Inoltre c’è l’incognita Jemes Harrison che noi tutti speriamo di vederlo in campo anche per l’anno prossimo, anche se dopo anni, aumentano i dubbi sulla sua continuità. Anche se le posizioni titolari sono da definire cementate con Shazier e Timmons in middle e il duo Dupree-Moats sull’outside, rimarrà ancora quest’anno, il disperato bisogno di inserire giocatori in depth. Considerando quanto poco rimane in FA (di recente hanno fatto visita nella Steel City, Spencer Paysinger ex Dolphins e Mike Morgan ex Seahawks) prevedo l’ennesima pick alta spesa per un linbacker versatile e in grado di ricoprire sia l’interno che l’esterno.
Spostandoci sull’attacco, poco c’era da intervenire se non sulla linea per via delle scadenze contrattuali. Come suddetto, il posto lasciato libero da Beachum, verrà battagliato tra Harris e Villanueva a chi garantirà più protezione a Roethlisberger. Altra riconferma essenziale è stato il rinnovo di Ramon Foster che con il pro bowler David DeCastro , formano una delle migliori coppie di guardie della lega. Nel wideout, il caos generato da Martavis Bryant (prego che non sia il prossimo Josh Gordon) per il quale la lega ha dato la sospensione di un anno, ha generato anche qui parecchi dubbi su come interverrà il team per inserire organico in depth. Si parla già di possibili scelte nel prossimo draft, anche se ritengo più opportuno firmare un giocatore in FA quantomeno per allungare la coperta per il 2016, in modo che nel 2017 possa ritornare in campo Bryant fresco di riabilitazione. Fortunatamente anche qui è arrivata la riconferma di una garanzia come Heyward-Bey che, con Sammie Coates, cercherà di ricoprire lo spot in WR2. In ultimo la posizione di Tigh End. Il leggendario Heath Miller ha lasciato un vuoto difficile da colmare nel breve tempo e gli Steelers hanno individuato in Ladarius Green il suo erede del momento. L’ex Chargers con Jesse James in backup, garantiranno tante ricezioni e ottima protezione in pass-protection. Piccola indiscrezione a chi può interessare... Da fonti attendibili nel mondo black & gold, pare che Green aveva già da tempo un accordo con la società di Pittsburgh (si parla di Novembre), che a sua volta era già a conoscenza del ritiro di Miller già nel Dicembre scorso.


DRAFT PROFILE - NEED PRINCIPALE: DEFENSIVE BACK - TOP 5 (Quinta scelta)

Ci avviciniamo a grandi passi verso il draft che si terrà dal 28 al 30 Aprile prossimo a Chicago. La folta classe di DB di quest’anno ed il disperato bisogno di inserire nel roster giocatori determinanti, ci fa dedurre che la prima scelta del prossimo draft sia finalmente indirizzata verso questo reparto. Con una breve analisi, conosciamo meglio chi è Kendall Fuller, CB da Virginia Tech.

Nome: Kendall Fuller
Misure: 6'0" per 197 libbre
Statistiche 2015: 7 tackle, 0 intercetti (infortunio al ginocchio)
Selezione: middle/late 1^ round

Punti di forza: 
Agilità e atletismo fuori dal comune. Fuller è un corner bump-and-run grintoso e in grado di rendere dura la vita a qualsiasi ricevitore capiti nella sua zona. Aggressività ed esplosività, gli permettono di essere competitivo anche sul profondo dove difficilmente lascia campo libero agli avversari. A dispetto della giovane età, nei suoi anni di college ha sempre dimostrato di essere concentrato e consapevole delle sue giocate, a volte, al limite dell'impossibile. Stilisticamente perfetto, combina un fluido backpedal ad un secco cambio di passo che gli permette di essere sempre pronto a fronteggiare il ricevitore. Bravo inoltre, a prevedere le giocate dei QB a dimostrazione degli 8 intercetti portati nell'intera carriera collegiale. A dispetto degli altri prospetti visti sinora, Fuller esprime meglio le sue potenzialità in pass cover a uomo rispetto che a zona. Attualmente (insieme ad Eli Apple di Ohio State), è il maggior indiziato a vestire la maglia degli Steelers nel 2016.

Punti di debolezza: 
Il suo essere aggressivo, talvolta lo spinge a cadere nelle finte dei ricevitori. Dovrà migliorare parecchio cercando di contenere i suoi impeti, perchè a lungo andare finirà per fare il gioco dei coordinatori offensivi avversari. Il vero problema di Fuller però, sarà la tenuta fisica dopo i brutti infortuni (polso e ginocchio) avuti tra il 2014 ed il 2015.

Pro ready:
Confronto fisico con Malcolm Butler anche se qualitativamente stiamo parlando di un giocatore che, senza se e senza ma, sarà ben presto di un gradino superiore.